Logos

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Gianni
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Re: Logos

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman.

Credo che sia il caso di rimarcare alcuni dati certi su Giovanni. Non per sentito dire ma basati sulle fonti neotestamentarie originali, tagliando fuori tutto ciò che è postumo e che fu poi rielaborato dalla religione.

Per non dilungarmi farò delle affermazioni senza citare i passi biblici, ma questi ci sono e a richiesta li fornirò. Iniziamo.

- Giovanni era cugino primo di Yeshùa e ed era il suo discepolo prediletto.
- Giovanni era annoverato, insieme a Pietro, tra i popolali senza istruzione.
- Il greco giovanneo non è buono. Il suo vero rapporto col greco lo si ha nella sua Apocalisse, che dal punto di vista linguistico è un affronto alla grammatica e alla sintassi greche.
- Il greco del suo scritto evangelico, sebbene non buono, è comunque accettabile. Ciò perché risente della mano di Luca.
- Giovanni mostra un’ottima conoscenza della Palestina e delle tradizioni ebraiche. Egli era senza ombra di dubbio un giudeo palestinese, come suo cugino Yeshùa.
- Giovanni non era né poteva essere uno gnostico, perché questo movimento sorse dopo la sua morte.
- Essendo ignorante e non istruito, Giovanni nulla sapeva del lògos filosofico.
- Per lui il lògos era ciò che lui stesso dice: la parola di Dio.
- Parlare di incarnazione del lògos è una storpiatura religiosa (e blasfema) dei trinitari, i quali non sanno neppure far di conto, perché nel prologo giovanneo manca del tutto qualsiasi minimo riferimento alla santa energia di Dio, trasformata in persona dal paganesimo trinitario.

È da questi dati certi che occorre ripartire, non dalle fantasie e dalle strumentalizzazioni religiose.
noiman
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Re: Logos

Messaggio da noiman »

Allora rimane solo la domanda ancora senza risposta se Giovanni pensasse in ebraico ma scrivesse in greco, non è assolutamente vero che un individuo pensi solo sempre nella lingua materna o meglio primaria, l’ho chiesto a un russo immigrato da molti anni in Israele, lui mi ha detto che da molto tempo gli pareva di pensare in ebraico e di sognare in russo, ai tempi di Gesù e Giovanni si parlava aramaico e incredibile …..c’ era anche la possibilità che Giovanni non parlasse l’ebraico, nel senso che non era in grado di leggere nella scrittura a carattere ebraico.
Ma certamente come tutta la classe politica, economica e sociale parlava greco, ma per concludere il senso che ispirò il suo prologo era il Logos incarnatosi in Gesù
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Gianni
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Re: Logos

Messaggio da Gianni »

Vero, Noiman. La lingua corrente era l'aramaico. Ma nelle sinagoghe il Tanàch era letto in ebraico. In ogni caso, quando parlo di pensiero ebraico non mi riferisco alla lingua in sè ma al pensiero.
Janira
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Re: Logos

Messaggio da Janira »

Ef 3:14 Per questa ragione, io piego le mie ginocchia davanti al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, 15 dal quale prende nome ogni famiglia nei cieli e sulla terra, 16 perché vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere fortificati con potenza per mezzo del suo Spirito nell'uomo interiore, 17 perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, 18 affinché, radicati e fondati nell'amore, possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l'altezza, 19 e conoscere l'amore di Cristo che sopravanza ogni conoscenza, affinché siate ripieni di tutta la pienezza di Dio


Come sempre Paolo arriva dritto al cuore:
dobbiamo pregare il Creatore di essere fortificati nell'uomo interiore. Cos'è l'uomo interiore? È la parte di ogni essere umano che è stata corretta dal peccato, cioè dall'egoismo.. mediante cosa? Dalla fede nel Messia, che per i kabbalisti altro non è che la dazione, il desiderio di dare. E qual è la ricompensa? Ricevere il Cristo, il Messia, la luce del Messia che è emanata dal Creatore, abbondanza infinita dell'amore.

E qui vorrei riprendere una frase di Luigi, che invitava a distinguere tra Yeshua uomo e il Figlio di Dio, che lui intende essere Dio.

Usando termini Kabbalistici, posso dire di essere quasi d'accordo con lui: Bisogna distinguere tra Yeshua uomo, creatura in carne ed ossa che ha conseguito l'equivalenza di forma con il Creatore, e la Luce( che viene chiamata anche Messia in determinati contesti), che è il mezzo attraverso il quale possiamo tutti essere come Yeshua.

Ma vorrei chiedere ora a Luigi, che relazione c'è tra Yeshua e quello che tu chiami Figlio di Dio? Tutto quello che tu inviti a fare, è verso Yeshua uomo? O verso la Luce( o impropriamente Logos?)
Janira
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Re: Logos

Messaggio da Janira »

Dal blog Laitman

29 settembre 2021 alle 20:52
L' unica cosa di cui abbiamo bisogno è raggiungere la fede. Sentire il Creatore si chiama fede. Questo è l'assoluto contrario della comprensione religiosa della fede cieca a cui siamo abituati nel nostro mondo.
La forza della fede è la forza di Bina, e se la riceviamo, allora all'interno di questa qualità di dazione cominciamo a sentire la nostra radice secondo l'equivalenza della forma con essa. Se inizio a dare almeno un po', in questa nuova qualità inizio a sentire la forza superiore secondo la mia equivalenza con essa.
Raggiungiamo la sensazione del Creatore attraverso la forza della dazione, e l'acquisizione di questa forza si chiama fede, la forza di Bina. Sentiamo il Creatore anche adesso, ma non ne siamo consapevoli. Non capiamo che è Lui a rappresentare l'intero quadro del mondo: l'universo, le stelle, la Terra con tutti i suoi abitanti, la materia inanimata, le piante, gli animali e le persone.
Il Creatore si nasconde dietro questo quadro completo perché noi non siamo ancora simili a Lui con le nostre qualità e quindi non entriamo in contatto con Lui. La legge del mondo spirituale è la legge dell'equivalenza delle forme.
La fede è la misura del legame tra una persona e il Creatore. La fede non appare in una persona così, su due piedi. Prima bisogna sviluppare il desiderio di dare, e questo vaso spirituale (Kli) si chiama fede. Al suo interno riceverete la luce della fede. Il desiderio di dare riempito con la luce della fede è chiamato grado di Bina.
Più una persona si corregge, più ottiene il grado di Bina, il grado di fede, all'interno del quale sente sempre di più il Creatore.
Se sviluppo la qualità della dazione al di sopra del mio desiderio di ricevere, cioè la fede al di sopra della ragione, al di sopra della forza dell'egoismo, comincio a rivelare il Creatore nella misura della mia equivalenza con le sue qualità.
Allora sorge la domanda: Cosa sento veramente, il Creatore o la misura della mia fede? In realtà, sento la "parte divina dall'alto" che si rivela in me, la forza della dazione. Chiamo questa forza il Creatore, vieni e vedi (Bo-Re). Prima di allora, il Creatore non esisteva, ma quando ho acquisito la forza di dazione, ha cominciato a esistere in me.
La kabbalah parla solo del modo in cui raggiungere l'equivalenza di forma con il Creatore, misurarla e svilupparla fino a quando inizieremo a dare a Lui il 100% e Lui a noi.

Tradotto con DeepL.com
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