Interpretazione delle Scritture Ebraiche

noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

C'è anche un'altra spiegazione: la luce, quando appare nell'oscurità ha sempre una forma geometrica ben definita. L'oscurità viene separata da questa forma geometrica e il verbo biblico ברא , oltre che creare, significa anche dividere. L'operazione di illuminamento causa una divisione (ברא) delle tenebre. Nel verso di Amos analogamente i monti hanno una forma e questa divide il vento che li attraversa.
Posso chiedere in quale contesto il verbo formare è sinonimo di estrarre, fare uscire?


Universal concordo, ;) sulla forma geometrica, anche se io non sono un fisico la luce è un fenomeno ondulatorio. Qualcuno ritiene che l’universo all’inizio fosse un oggetto quantico, in questo caso l’universo avrebbe avuto inizio come una funzione d’onda, una sovrapposizione di molti universi neonati possibili. Come è collassata questa onda creando lo spazio e la materia e il tempo Esterno?

La radice יצא significa uscire, estrarre, fare uscire, sorgere, fare apparire, fare scaturire che è il termine utilizzato nel libro di Bereshit, la trovi la prima volta nel tempo “perfetto” nel primo capitolo in verso 12 ותוצא הרץ “watotzè ha-éretz, fece uscire dalla terra , (la vegetazione) , come vedi esiste anche una simmetria acustica che nelle traduzioni non rendono, oserei dire che potrebbe tradursi addirittura “fece schizzare dalla terra, anche il termine ארץ eretz utilizzato nel primo verso esprime il senso generico senso di pianeta, di fatto un astro con tutto quello che contiene, ma sappiamo che era ancora tutto espresso nelle sue potenzialità, l’agiografo poteva utilizzare come alternativa אדמה “adamàh” inteso come suolo e lo ritrovi a proposito della seconda apparente creazione, quando si parla dalla terra bagnata del suolo, adamàh, ma qui ritrovi di nuovo il verbo formare in ייצר in una curiosa doppia presenza della yud, questa radice la ritrovi molte volte in tutto il Tanak, se vuoi di preparo un elenco dove appare.
animasalvata ci scrive
Elohim nel formare I luminari e gli astri ha prestabilito anche I movimenti di tali corpi. Questi movimenti dipendono dalla volonta di Elohim e cosi anche tutte le eclissi derivanti costituiscono un segno della volonta e della potenza di Elohim. Un evento astronomico anche spiegabile scientificamente se accade e'sempre per volere divino altrimenti non accade. Pertanto Elohim puo formare questi segni non per fare previsioni sul futuro ma per "firmare" Il creatore. La creazione deve lodare Elohim, anche le eclissi e le comete ,e l'uomo e'chiamato davanti a tali cose non a impaurirsi ma ad avvicinarsi ad Elohim, a riconoscerlo e a cambiare stile di vita. Forse per questo Elohim le fa accadere prima del giorno terrible del Signore.


Anche gli uomini di Neanderthal assistettero a eclissi e altri fenomeni celesti, ma non ne trassero segni.
"Nel giorno di chi-chhou del quinto mese del primo anno del regno Chih-Ho (luglio 1054 d.c) Yang Wei-Te, il capo del dei calcolatori del Calendario cinese (come l’Astronomo reale inglese) si rivolgeva al suo imperatore con queste parole: “Vostra Maestà, le significo l’apparizione di una stella ospite, di colore giallo e leggermente iridescente” Oggi mille anni dopo, vediamo ancora i resti dell’esplosione che assistette Yang Wei-Te nella nebulosa del Granchio .

“Uno tsunami non fa delle domande circa l’identità delle sue vittime. Un terremoto o un tornado non hanno nulla di personale. Questo è Elohim, la causa di tutte le cause, la totalità delle leggi della natura. Elohim rappresenta l’attributo di giustizia, perché la giustizia è essenzialmente impersonale, (giustizia va intesa come l’applicazioni delle leggi, in questo caso fisiche come esempio la gravità, ( In Costarica dormire sotto un albero di noci di cocco può essere fatale, l'ho sperimentato :-O ) ma il tetragramma è D. che si interessa a noi in quanto individui “ fonte Sacks .
Animasalvata non antropomorfizzare (si scrive così ? :-O ) troppo Elohim, il cervello della creazione o meglio l’Hardware, è sul software che ci dobbiamo concentrare.
Noiman


Universal
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Universal »

noiman ha scritto: martedì 16 aprile 2024, 18:14
C'è anche un'altra spiegazione: la luce, quando appare nell'oscurità ha sempre una forma geometrica ben definita. L'oscurità viene separata da questa forma geometrica e il verbo biblico ברא , oltre che creare, significa anche dividere. L'operazione di illuminamento causa una divisione (ברא) delle tenebre. Nel verso di Amos analogamente i monti hanno una forma e questa divide il vento che li attraversa.
Posso chiedere in quale contesto il verbo formare è sinonimo di estrarre, fare uscire?


Universal concordo, ;) sulla forma geometrica, anche se io non sono un fisico la luce è un fenomeno ondulatorio.
Non mi riferivo alle teorie fisiche ondulatoria e corpuscolare/quantistica, ma proprio alla forma visibile che assume una semplice proiezione luminosa. Puntando una torcia su una parete si vede nel buio la forma circolare illuminata. Questa proiezione luminosa effettua una separazione dell'oscurità lungo i confini del cerchio luminoso.
La radice יצא significa uscire, estrarre, fare uscire, sorgere, fare apparire, (...) il verbo formare in ייצר in una curiosa doppia presenza della yud, questa radice la ritrovi molte volte in tutto il Tanak,
Noiman
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יצא (yaza') e יצר (yazar) sono due radici differenti che hanno in comune solo la yod e la zade. Con la finale alef abbiamo il verbo uscire e con la finale resh abbiamo il verbo formare.
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Si! Hai ragione sono due radici diverse, sono contento che tu l'abbia notato, nessun altro.
I miei complimenti, benvenuto Universal, anche se non l'ho fatto nella tua presentazione.
Noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Radici diverse, l’ho detto e scritto, e anche corretto…. :-O
Questa differenza non è abbastanza evidente nelle traduzioni, ora per chiarire provo a fornire un approfondimento, la fonte di quanto vi scrivo la si può ritrovare nel commento al Sefer Bahir di Aryeh Kaplan, libro notevole e non di facile lettura.

Ecco una spiegazione che fornisce A K. sull’utilizzo dei tre verbi Yatzar, formò, Asàh fece e Barà, creò, quando H manifesta l’intenzione di creare l’uomo, leggiamo ”Disse Elohim, facciamo l’uomo”, ma poi leggiamo “Creò Elohim l’uomo” , quando viene unita l’anima al corpo leggiamo “E formò il Signore Iddio l’uomo “.
Come sappiamo che “formare “ vuole dire “unire”? Afferma Kaplan: Perché leggiamo “E il Signore Dio formò tutte le bestie del campo e tutte le cose volanti del cielo”(Bereshit 2/19), viene usato ויצר
Qui vi è l’allusione ai tre universi inferiori, Beriyah –creazione,Yetzirah-formazione, Asiyah-azione.
Corrispondono ai livelli di Binah-comprensione, Zer Anpin e Mallkut-regalità, che a loro volta sono punti finali delle dimensioni di Tempo, Mondo e Anima.

Per questo quando un anima viene creata, la scritturs dice:Facciamo l’uomo nella nostra immagine”, ciò si dirige lungo la Dimensione dell’Anima, da Keter-Corona a Malkhut-Regalità, quest’ultima corrisponde all’Universo di Asiyahi-Azione.
Poiché questa linea interagisce cin tutte le altre Sefirot, il versetto è al plurale:”Facciamo”. La dimensione del Tempo origina da Chakhmah- Sapienza e Binah-Comprensione, gli archetipi di maschio e femmina.
Per questo, quando maschio e femmina giungono all’esistenza, si compie il concetto di “tempo”, che ha il suo punto finale dentro Binah-Comprensione, corrispondente a Beriah-Creazione.
Pertanto si utilizza la parola “creò”. Infine, l’uomo deve essere portato nella dimensione del Mondo.
Questo è il concetto di relazione con Zer Ampin, corrispondente all’Universo di Yetzirah-Formazione, e per questo motivo che qui si utilizza la parola formò.
Se qualcosa non vi convince potete sempre contattare l’autore, purtroppo z.l
Noiman


noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Bene ! Spero che la mia correzione abbia soddisfatto “universal” ?
Qualcuno mi ha chiesto un approfondimento riguardo il passo di Bereshit 2/22 che abbiamo già discusso, per non farvi tornare indietro riepilogo quanto scritto con qualche aggiunta:
Eravamo partiti dal commento di questo passo del libro di Bereshit 2/22
ויבן יהוה אלהים את- הצלע אשר-לקח מן-האדם לאשה ויבאה אל האדם
“E costruì il Signore Dio , la costola che prese dall’uomo come donna e la fece venire all’uomo” avevo già sottolineato che curiosamente che le lettere che compongono in questo verso sono in totale 46. E un numero ricorrente nella scrittura, altamente simbolico, corrisponde al valore gematrico del cubito אמה (con un bel daghesh forte all’interno della mem che fa da raddoppiamento) ,si legge “ammàh”.

A Safed, Itzkàk Luria nel 1560, già aveva già osservato che la somma gematrica di אם “ em”“madre” ( א =1, מ= 40) =41+ più il valore אב “ av” , “ padre” ( א=1, ב=2)=3 corrispondeva al valore gematrico di ילד “ yeled”, bambino , (י + ל+ ד ), quindi (10+ 30+ 4)= 44, niente di straordinario, Luria era un cabalista e considerava questa concomitanza della scrittura come una intenzione palese di generare significati combinatori connessi, il valore gematrico delle singole lettere che genera figli e figliastri.

Questa peculiarità non la ritroviamo “maschio e femmina” ma tra madre + padre,= figlio, quasi a voler sottolineare il senso legale di coppia . Una coppia che punta all’unità.

Il libro di Bereshit non è un trattato di genetica e nemmeno Itzkàk Luria che ha osservato questa connessione curiosa ha tratto ulteriori conclusioni, nelle scritture originali ci sono molti esempi simili e anche più intriganti, Luria non diede particolare importanza al numero di 46 del passo di Bereshit.
Oggi sappiamo che ogni cellula umana possiede 23 coppie di cromosomi, cioè 22 omologhi + 1 sessuale , totale 46.
Ecco che questa combinazione si veste di nuovi significati e se riteniamo che la scrittura sia di origine divina o solo ispirata allora molte altre cose cominciano a diventare più chiare.
Che ne pensate?
Noiman


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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

"Mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, Signore: mi hai fatto come un prodigio.
Lo riconosco: prodigiose sono le tue opere.
Il mio corpo per te non aveva segreti
quando tu mi formavi di nascosto
e mi ricamavi nel seno della terra.
Non ero ancora nato e già mi vedevi.
Nel tuo libro erano scritti i miei giorni,
fissati ancor prima di esistere.
Come sono profondi per me i tuoi pensieri!
Quanto è grande il loro numero, o Dio!
Li conto: sono più della sabbia!"
- Salmi 139:13-18, TILC.
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Bene ….. nessuno a pensato a niente ….. quindi posso proseguire e tentare una conclusione e magari studiare altro….
Questo numero lo avevamo già esaminato già una volta nella relazione la posterità di Jacov e la costruzione del Miskan, chi non se lo ricorda può ritrovare questo studio nel collegamento (se non si apre CTRL + clik), era il 3 gennaio 2023 Interpretazione delle Scritture Ebraiche - Pagina 89 - FORUM
https://www.biblistica.eu/viewtopic.php ... ash#p80188


Questa era una precisazione di quanto avevo già scritto, ora il ragionamento può proseguire se consideriamo che la Torah per indicare il senso dell’unità impiega la parola אחד “echàd” , questa compare 23 volte nel libro di Bereshit e 23 volte nel libro di Shmòt, ritroviamo ancora una volta 46 , c’è forse una relazione con quanto scritto in Bereshit?
ויבן יהוה אלהים את-הצלע אשר-לקח מן-האדם לאשה ויבאה אל-האדם
E costruì Adonai Elohim la costola che prese all’uomo la donna e fece andare dall’uomo” .Esiste anche un altro passo in cui il numero delle lettere è 46, lo ritroviamo in Zecharià’
והיה יהוה למלך על-כל- הארץ ביום ההוא יהיה יהוה אחד ושמו אחד
Il Signore sarà proclamato re su tutta la terra, in quel giorno il Signore sarà l’unico, e il suo Nome soltanto Uno”(Zecharyà’ 14/9). Un altro caso in cui sono impiegate 46 lettere.
C’è una relazione tra Bereshit e l’agiografo di Zecharyà’ ?

Bisogna osservare che apparentemente l’estrazione della donna da Adam appare come una divisione di una entità unica ma sappiamo anche era già duplice all’inizio essendo l’uomo creato in una forma androgina, l’uomo e la donna erano un unico, creato a immagine e somiglianza divina, secondo voi anche la loro anima era unica ?
Uniti di schiena e ciascuno non poteva vedere l’altro, metaforicamente nella divisione si ritrovarono faccia a faccia, il che significa che si potevano guardare ma anche allontanare …. la novità è che estraendo la parte femminile si progetta attraverso una nuova unione una nuova identità, “affinché essi siano una sola carne”, nel passo di Zecharya capiamo che comunque il progetto divino è di ritornare all’Unità.
“Tutte le scarpe aventi lo stesso numero entrano nello stesso piede”.
amore e unità fanno 13-
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Le tue considerazioni sono sempre interessantissime.

Alcuni sostengono che ekhàd indichi un'unità composita, mentre yakhìd un'unità singola. A me sembra una formatura per andare a parare sulla pagana trinità.
Quanto all'anima, io penso che non avevano anime ma lo erano.
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Si ! Gianni אחד Echad è il numero” uno” (זכר) “maschile”, יחיד yachid è “unico” come anche יחוד yichud veicola il senso di unicità, non credo che si possa pensare a una unità composita che sarebbe una contraddizione, il modello è che non c’è differenza tra il Primo senza un Inizio e l’Ultimo senza una fine.
L’Unità di D-o non è paragonabile nemmeno a nessun’altra unita o individualità, Gianni ... forse il problema si è posto quando L’Uno ha pensato al due.
Ciao
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

:-) .
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