Filosofia e fede.

Volalibera
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Iscritto il: domenica 19 luglio 2020, 16:48

Il ritorno a casa.

Messaggio da Volalibera »

l credere ad una vita dopo la morte fisica non è una reazione disperata alla morte,una specie di consolazione o nostalgia che attiva l'attesa di un vivere senza fine.
L'obiettivo finale di chi non si sente solo un corpo ma riconosce una spiritualità che lo anima è il ritorno a "casa",all'origine di sé
,non un paradiso di delizie,come pensano molti,ma nell'immensità dello Spirito Divino da cui il nostro spirito è uscito.
Dopo l'esperienza della vita nel corpo,più o meno bella sia stata,c'è il desiderio,il bisogno del ritorno.
La parte fisica ha paura del proprio annullamento o dell'annullamento di chi ama ma lo spirito ci gratifica con la soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono,di aver lasciato nel mondo un'impronta positiva,un bel ricordo della propria presenza magari piccola a seconda delle capacità e possibilità possedute.
Certo anche il non credente muore contento per ciò che è riuscito a fare ma il suo è un addio non un arrivederci.
La speranza di una resurrezione non è un palliativo contro l'immobilità della morte.Vivere per sempre solo come qualcosa che non si estingue non avrebbe senso.Resurrezione non è solo vita ma attività(cooperazione con Dio ,qualunque essa possa essere).
Adesso i nostri corpi sono più carne che spirito e la carne è più evidente ed obbedisce alle leggi naturali.Nella resurrezione saremo più spirito che carne:lo spirito sarà più evidente e la carne obbedirà alle leggi dello spirito. Gesù risorto appariva nella carne ma lo spirito prevaleva sulla carne non più soggetta alle leggi naturali(Passaggi a porte chiuse, cambiamenti di aspetto.Gesù era talmente unito a Dio che perfino durante la sua vita nel corpo riusciva a far prevalere lo spirito e vincere le leggi della natura(miracoli)
Sperare nella vita futura e crederci non è un alibi ma la gioia di chi,dopo un lungo periodo di lontananza,ritorna in famiglia!
Volalibera
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la Terra ha bisogno di manutenzione.

Messaggio da Volalibera »

La colpa è il reato, la trasgressione della legge; il peccato è il tradimento del proprio senso spirituale.
Il fondamentalista che uccide è colpevole di un grave reato per la legge e per la morale comune ma nel suo spirito non è peccatore perché è convinto di agire bene (Sebbene anche il suo credo vieti di uccidere ma evidentemente non è interpretato nella maniera giusta)
L'ebreo credente che fa un lavoretto di sabato è innocente per la legge e la morale ma è peccatore perché è consapevole di tradire il suo credo.
I grandi dittatori della storia erano colpevoli di genocidi ma anche peccatori perché,pur appartenendo a credi religiosi che condannano la violenza e pur consapevoli di fare il male lo commettevano ugualmente per interessi umani.
Chi sa che quello che fa è sbagliato e lo fa ugualmente è un peccatore.
Nei tribunali si giudicano le colpe non i peccati;il giudizio sui peccati spetta soltanto a Dio.
Per il peccatore la penitenza più grande è la consapevolezza di aver offeso Dio.Tutte le altre penitenze possono solo lenire il dolore spirituale ma non guariscono l'anima
Volalibera
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L'uomo e il futuro.

Messaggio da Volalibera »

Consideriamo futuro il tempo che deve ancora venire e gli eventi che in quel tempo accadranno.

L’essere umano non conosce il futuro,lo può ipotizzare,immaginare,sperare o scongiurare(quello non favorevole).

Gran parte delle azioni dell’uomo sono in previsione del futuro(studio,carriera,risparmi…
Il futuro è la realizzazione personale di ognuno e,anche se è in relazione con quello di molti altri individui che hanno a che fare con noi, è soggettivo e ben determinato.

Quello che noi chiamiamo futuro per le generazioni che verranno dopo di noi è passato;per noi il futuro di Giulio Cesare è passato.
Il futuro esiste come realtà temporale prestabilita oppure è qualcosa che si realizza momento dopo momento?
Chi non crede in un Essere presente ed esistente nell’eternità(che il fedele chiama Dio) sicuramente è certo che non c’è niente di preordinato(perché non c’è chi lo fa)e che l’uomo crea da sé la sua vita e il suo destino.

Io,pur essendo credente non vedo in Dio un manipolatore della vita umana secondo dei progetti determinati e penso che la nostra storia e la storia del mondo sia scritta dalla mano dell’uomo.
Anche la storia della salvezza dei cristiani è dipesa dalla volontà umana(Quella di Gesù)consapevole che l’Umanità aveva bisogno di una svolta (Costi quel che costi)
Ritengo quindi che il futuro è ciò che l’uomo realizza attimo dopo attimo mentre per Dio è una realtà esistente nell’eternità.
Quando Gesù diceva “Prima che il mondo fosse io sono”si riferiva al suo essere in Dio nell’eternità(è questo il senso della figliolanza non certo come lo intendiamo noi).
Caifa,Giuda,Pietro ed anche Gesù stesso come uomo non erano pedine di un progetto di salvezza ma agivano così secondo la loro volontà di agire che ha determinato una serie di eventi che avrebbero potuto andare anche diversamente.

Gesù ha subito delle tentazioni che sarebbero state una farsa se lui non avesse potuto anche caderci.
Gesù non ha ceduto perché ha scelto lui di non farlo,Giuda ha tradito perché ha scelto lui di farlo.
La redenzione era una possibilità di riscatto per l’uomo..Si conosceva la possibilità di realizzarla (attraverso le scritture che sono una forma di comunicazione di Dio con l’uomo .Gesù ce l’ha fatta a realizzarla attraverso il suo abbandono alla volontà divina (ed a questo dobbiamo essere riconoscenti anche se sono stati aperti gli occhi a molti ma chiusi ad altri). Poteva anche andare diversamente ed essere necessario un altro momento di redenzione.

E’ grande la curiosità dell’uomo di conoscere il suo futuro(con i mezzi più svariati che la mente umana può ideare come gli antichi oracoli.
Possiamo immaginare il futuro con l’esperienza del passato e guardando al presente,a ciò che facciamo perché ogni momento porta con sé l’eternità.
Il sentiero è tracciato dal cammino dell’uomo che passo dopo passo segna il suo futuro. Dio desidera il bene dell’uomo e glielo comunica non solo con il Cristo ma anche attraverso grandi spiriti permeabili al suo amore (come sono stati molti santi) perché venga seguito un giusto sentiero e raggiunto un buon futuro(è data all’uomo la facoltà di cambiare il corso degli eventi)

Se l’essere umano conoscesse il suo futuro molte vite sarebbero sconvolte( chi non risparmierebbe una vita intera sapendo che un’alluvione avrebbe portato via i suoi beni;chi non farebbe figli sapendo che si sarebbero ammalati;chi non viaggerebbe sapendo di morire in un disastro aereo;chi non si sposerebbe in vista di un suo divorzio;chi non studierebbe sapendo di futuri fallimenti)
Se cinque anni fa avessimo saputo della pandemia,come sarebbe il nostro presente.
Anche la preghiera,se è solo una richiesta e non una lode a Dio risulterebbe inutile perché sapremmo già l’esito che potrebbe non essere a nostro favore.
Volalibera
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La conoscenza del bene e del male porta alla morte?

Messaggio da Volalibera »

Per l’uomo giungere alla conoscenza del bene e del male ha portato a spezzare la pace interiore che aveva in origine.
Non era uno stato di incoscienza o di sottomissione ma di beatitudine,di soddisfazione,di una felicità che l’uomo,nonostante la sua ricerca,non è più riuscito a colmare.

Conoscere il bene e il male ha creato il dubbio,l’incertezza dell’azione originando una vita di angoscia.

Conoscere l’essenza del male vuol dire avere la possibilità di essere tentati.
Dio ha la forza di opporsi al male,l’uomo no.
Se non riesce a contrastare il male l’uomo si immerge nella sua situazione corporea,lo spirito cede alla carne con tutte le conseguenze compresa la morte(come quella di tutti gli animali).

Conoscere il bene e desiderarlo e non riuscire ad attuarlo dà atto a frustrazione e sofferenza spirituale.

L’incertezza induce a pensare:-Sarà bene,sarà male?-
Si è incapaci spesso di una scelta di pensiero e di comportamento.
Si fraintende il bene e lo si trasforma in male(educazioni errate,integralismi,errori anche in ambiti religiosi).

La sessualità viene fatta entrare nella categoria del male e diventa vergogna.
Si conosce la propria nudità di carattere e impotenza d’azione assieme ai limiti di conoscenza.
Talvolta si cerca un bene forzato,non sincero e diretto ad uno scopo(il premio).

Il male attira,il bene è faticoso e il conflitto rende infelici.

Volendo conoscere il bene e il male è come se l’uomo avesse detto a Dio:-Faccio da solo,non impicciarti!-
Questo nell’idea di molti è positivo in quanto l’uomo diventa padrone di sé,delle sue decisioni,mette in moto l’intelligenza e si crea il proprio destino ma ne consegue che tutto ciò che succede di positivo ma anche di negativo(catastrofi,malattie)non è imputabile a Dio lasciato fuori da tutto ciò.
La Natura ha le sue regole e la responsabilità risiede nell’incapacità umana di fronteggiare determinate situazioni.
Se si esclude Dio dalla propria esistenza si è soli ma l’abbandono è dalla parte dell’uomo non per un disinteresse di Dio.

Gesù come uomo è stato soggetto alla tentazione(che altrimenti sarebbe stata una finzione)
Vincendo Gesù ci ha proposto un riavvicinamento,una possibilità di tendere la mano verso Dio per non tenerlo escluso per sempre e questo ci dà la prospettiva di una nuova esistenza ma non di una vita così com’è ora che deve concludersi con la morte.

La conoscenza del bene e del male genera spaccature nei rapporti umani perché si creano divergenze di opinioni che portano a contrasti anche violenti,rivalità,dissidi in parole e fatti:chi si schiera da una parte chi dall’altra,chi crede,chi non crede,chi giustifica e chi condanna e così via.

Le guerre(non solo fisiche ma anche ideologiche,sociali,religiose,filosofiche)sembrano essere il pane,il gusto di questa Umanità non abituata alla concordia per cui l’andare d’accordo diventa monotonia e noia.
Il contendere,il litigare dà un certo senso di vitalità e una felicità tutta diversa da quella originale che a noi sembra inconcepibile e totalmente piatta perché non la conosciamo e ci sembra insulsa(il bene e il male ce l’hanno fatta dimenticare ma Gesù ce l’ha ricordata con la regola del “porgi l’altra guancia”che mette fine ad ogni discordia).

Vivere per sempre nelle attuali condizioni sarebbe una sofferenza continua(nelle contese c’è sempre chi soffre).
In questo caso la morte è liberatoria,una salvezza da una situazione transitoria che si è venuta a creare con la conoscenza del bene e del male.
Volalibera
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Quando si augura Buona Pasqua.

Messaggio da Volalibera »

Credere nella Resurrezione di Cristo non è riconoscere la rianimazione di un corpo,un tipo di miracolo come quello di Lazzaro ma la vittoria sulla violenza e sui mali che ristagnano nell’Umanità.Lazzaro tornerà a morire,rimarrà nella sua umanità ma chi riconosce il corpo di Cristo risorto che in molti aspetti non è più come prima riconosce la primizia di una nuova Umanità a cui tutti possono accedere anche chi ha vissuto nel corpo prima di Lui perché lo spirito rimasto ne ha la consapevolezza e può aderirvi.Con Cristo risorto tutta l’Umanità è risorta:ecco perché si augura buona Pasqua(non solo per trascorrere una giornata piacevole ma per accettare il passaggio alla vita del Cristo Risorto.) Tommaso accetta questo dopo aver visto;noi siamo invitati ad accettarlo senza vedere!
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