Filosofia e fede.
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Un giusto approccio con Dio.
L'Umanità non vive un buon rapporto con Dio perché non ha stabilito un giusto approccio con l' Essere divino.Si tende a guardare a Dio come a qualcosa di estraneo ,non identificato,a cui si gira intorno con curiosità cercando di capirne la natura l'origine e le qualità
Questo Essere diventa oggetto di ricerca,,si sparano ipotesi e,a seconda delle soddisfazioni individuali,si originano i favorevoli che lo accettano (credenti) o i contrari che lo ignorano o addirittura lo sfidano e gli vanno contro.Allo studio di questo Essere sorgono diverse domande: Dio si interessa dell'uomo? Prevede le sue mosse? Ha predestinato tutto?Castiga? Perdona?Ha i suoi prescelti?Tutto ciò non avrà mai le adeguate risposte perché è frutto di uno studio umano.Le varie religioni hanno ipotizzato le varie risposte a seconda dei tempi e dei luoghi.Anche le Scritture rivelano questi errori dell'uomo che vedevano un Dio iracondo capo di eserciti e vendicativo assegnando a questo Essere non solo l'aspetto ma anche il carattere umano.Con gli "occhiali" che le varie religioni hanno fornito ai credenti si vede una Divinità dai multiformi aspetti.
Il vero approccio con Dio non è girargli intorno stando fuori ma entrare nel suo Essere cercando il proprio posto per realizzare se stessi nel suo amore.
Non importa niente sapere l'essenza o il "comportamento" di Dio se esiste un rapporto d'amore e di fiducia Uomo-Dio.
Quando due persone si amano non badano a ricerche e indagini ma si ascoltano e si credono sulla fiducia.Se ciò vale tra gli esser umani quanto più deve valere con Dio la cui essenza è inaccessibile alla mente umana?
L'uomo è un essere pensante e ragionante ma soprattutto amante.Grandi sono le soddisfazioni per le scoperte,il progresso dello scibile ma solo quando ama l'essere umano è felice.Quando si vince il nemico o ci si sente superiori agli altri c'è una soddisfazione passeggera che sembra felicità ma non lo è e dopo un pò richiede altre soddisfazioni.
Evidentemente chi guarda a Dio senza amore non è felice con Lui e lo esclude o lo tratta come un idolo.
Dio è la nostra realtà alla massima potenza e ci conosce più di noi stessi ma c'è chi si riconosce in Lui e chi no.L'amore di Dio per l'uomo fa si che all'uomo venga lasciata la sua libertà ma c'è un dispiacere di Dio per la perdita di chi non si fida e non si rifugia in Lui.
Questo Essere diventa oggetto di ricerca,,si sparano ipotesi e,a seconda delle soddisfazioni individuali,si originano i favorevoli che lo accettano (credenti) o i contrari che lo ignorano o addirittura lo sfidano e gli vanno contro.Allo studio di questo Essere sorgono diverse domande: Dio si interessa dell'uomo? Prevede le sue mosse? Ha predestinato tutto?Castiga? Perdona?Ha i suoi prescelti?Tutto ciò non avrà mai le adeguate risposte perché è frutto di uno studio umano.Le varie religioni hanno ipotizzato le varie risposte a seconda dei tempi e dei luoghi.Anche le Scritture rivelano questi errori dell'uomo che vedevano un Dio iracondo capo di eserciti e vendicativo assegnando a questo Essere non solo l'aspetto ma anche il carattere umano.Con gli "occhiali" che le varie religioni hanno fornito ai credenti si vede una Divinità dai multiformi aspetti.
Il vero approccio con Dio non è girargli intorno stando fuori ma entrare nel suo Essere cercando il proprio posto per realizzare se stessi nel suo amore.
Non importa niente sapere l'essenza o il "comportamento" di Dio se esiste un rapporto d'amore e di fiducia Uomo-Dio.
Quando due persone si amano non badano a ricerche e indagini ma si ascoltano e si credono sulla fiducia.Se ciò vale tra gli esser umani quanto più deve valere con Dio la cui essenza è inaccessibile alla mente umana?
L'uomo è un essere pensante e ragionante ma soprattutto amante.Grandi sono le soddisfazioni per le scoperte,il progresso dello scibile ma solo quando ama l'essere umano è felice.Quando si vince il nemico o ci si sente superiori agli altri c'è una soddisfazione passeggera che sembra felicità ma non lo è e dopo un pò richiede altre soddisfazioni.
Evidentemente chi guarda a Dio senza amore non è felice con Lui e lo esclude o lo tratta come un idolo.
Dio è la nostra realtà alla massima potenza e ci conosce più di noi stessi ma c'è chi si riconosce in Lui e chi no.L'amore di Dio per l'uomo fa si che all'uomo venga lasciata la sua libertà ma c'è un dispiacere di Dio per la perdita di chi non si fida e non si rifugia in Lui.
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Perché vale la pena vivere.
Mi rivolgo in particolare a coloro che hanno un"brutto rapporto" con la vita,sempre più difficile e monotona.Certo se la vita viene guardata dal basso è così ma l'essere umano ha una marcia in più rispetto agli animali.Oltre all'intelligenza e alle emozioni che ci fanno piangere e ridere,apprezzare la bellezza,scoprire,affezionarsi,abbiamo la spiritualità ed è questa che rende veramente felice l'uomo.Ritengo che la spiritualità di ognuno parte da uno Spirito Unico che tutto convoglia e che tutto distribuisce.A questo Spirito sono stati dati tanti nomi ma è lo stesso per tutti.Il termine più comune è Dio ma l'essere umano ha sfruttato talmente questo termine per suo uso e consumo da rovinare la bellezza e l'integrità dello stesso.Non ha senso dire di credere o non credere in Dio perchè il contatto con Lui non avviene attraverso la conoscenza ma tramite l' AMORE.Penso che o si ama Dio o non lo si ama e nessuno può convincere un altro a sentire Dio( lo può solo indirizzare a una ricerca dello Stesso).Essere indifferenti a Dio è come vivere in una stanza con le finestre sbarrate dove la luce non può entrare.L'ostacolo alla luce è un male che tiene legato l'uomo e che solo Dio può togliere se trova un minimo spiraglio,una minima presa.La vita degli uomini(anche i più derelitti) ha senso perché per TUTTI c'è la possibilità ogni giorno di dare lode a Dio e di comunicargli il proprio amore.Bastano pochi attimi di un "Ti amo" a Dio perchè una giornata sia degna di essere vissuta.Per un bambino ancora immaturo o un disabile la cui "macchina corporea si è inceppata" la lode a Dio è nella forza spirituale di chi gli sta vicino.Io non approvo la teologia perchè l'uomo non può pretendere di conoscere Dio nè tanto meno di creare delle verità e dei dogmi che sono unicamente umani.Voler studiare Dio è un atto di sfiducia e di orgoglio dell'uomo a scapito dell'amore e che lo ha sempre reso infelice,insoddisfatto e in contrasto con gli altri(creazione di diverse religioni e diversi culti).La mente umana nella situazione attuale è limitata e non può cogliere i misteri dello Spirito;l'amore,invece ha una sua forza, non degenera e non muore mai.L'amore ci aiuta ad essere sempre"connessi" con Dio!
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Opinioni sulla sindone.
Si discute sull'originalità o meno della Sindone.
Si sono fatti studi e ricerche di ogni tipo;ci sono state tante contrarietà, ma il problema di fondo non è la dimostrazione scientifica.
Non sono necessari tanti studi per capire che la Sindone non è il telo funebre di Gesù e i motivi si trovano in alcune considerazioni che il fedele può fare sul Cristo, la sua venuta sulla Terra, lo scopo della sua vita fisica e il motivo della sua morte cruenta.
Gesù non avrebbe mai lasciato né permesso che rimanesse un'immagine del suo aspetto fisico perché non ci attaccassimo ad essa trascurando l'aspetto spirituale di Cristo risorto,anche perché ,come Ebreo ,evitava la rappresentazione umana.
Il fatto poi di permettere che un pezzo di stoffa (e per di più funebre ) diventasse oggetto di venerazione a cui inchinarsi non è ammissibile per Lui che ha affermato di aver vinto la morte,di dover adorare Dio in Spirito e Verità, di dover portare il fedele alla vita nuova del Risorto.
I quadri e le rappresentazioni di Gesù sono un bisogno umano di attaccarsi a qualcosa di materiale, un nostro modo di immaginarlo a seconda delle tradizioni e delle caratteristiche tramandate.
Tantissime immagini rappresentano Gesù ma nessuna è Lui.
Gesù risorto non veniva riconosciuto e non si è fatto toccare dalla Maddalena perché non era più lo stesso e doveva riunirsi al Padre.
L'uomo crocifisso e sofferente ha lasciato il posto all'uomo nuovo che può avere un volto o tutti i volti a seconda di come lo si guarda,dall'ideale di bontà e di bellezza di ognuno.
(L'occidentale vede Gesù con gli occhi azzurri, altri lo vedono diversamente, ma non è l'aspetto fisico che conta).
La Sindone è l'immagine statica di un uomo storico morto in sofferenza,un legame con la morte che Gesù non aveva.
Il vero legame lo si deve avere con il Cristo risorto e ritornato al Padre.
Gesù non poteva permettere che un telo funebre ci tenesse legati a ciò che era prima.
E' necessario non affezionarsi troppo a qualsiasi reliquia per non "legare" lo Spirito alle cose terrene.
Se anche avessimo il vero sangue di Gesù non apparterrebbe a noi ma a Dio,datore di vita e sarebbe una bestemmia appropriarcene.
Gesù ci ha dato un altro tipo di sangue al momento dell'Eucarestia,il sangue del nuovo patto con Dio,lo spirito del suo sacrificio,il segno della sua sofferenza per la causa umana,la speranza di una resurrezione eterna per chi avesse avuto in sé quel sangue.
Probabilmente la Sindone ha avvolto il corpo di un uomo a cui sono state inferte le stesse sofferenze del Cristo,forse un condannato o un martire.
Certo il volto dolce che emerge dalla ricostruzione dell'uomo della Sindone induce chiunque all'ammirazione ma Gesù ci dice:" Avrei potuto essere così,ma anche diverso:scoprilo tu guardando in te stesso."
Si sono fatti studi e ricerche di ogni tipo;ci sono state tante contrarietà, ma il problema di fondo non è la dimostrazione scientifica.
Non sono necessari tanti studi per capire che la Sindone non è il telo funebre di Gesù e i motivi si trovano in alcune considerazioni che il fedele può fare sul Cristo, la sua venuta sulla Terra, lo scopo della sua vita fisica e il motivo della sua morte cruenta.
Gesù non avrebbe mai lasciato né permesso che rimanesse un'immagine del suo aspetto fisico perché non ci attaccassimo ad essa trascurando l'aspetto spirituale di Cristo risorto,anche perché ,come Ebreo ,evitava la rappresentazione umana.
Il fatto poi di permettere che un pezzo di stoffa (e per di più funebre ) diventasse oggetto di venerazione a cui inchinarsi non è ammissibile per Lui che ha affermato di aver vinto la morte,di dover adorare Dio in Spirito e Verità, di dover portare il fedele alla vita nuova del Risorto.
I quadri e le rappresentazioni di Gesù sono un bisogno umano di attaccarsi a qualcosa di materiale, un nostro modo di immaginarlo a seconda delle tradizioni e delle caratteristiche tramandate.
Tantissime immagini rappresentano Gesù ma nessuna è Lui.
Gesù risorto non veniva riconosciuto e non si è fatto toccare dalla Maddalena perché non era più lo stesso e doveva riunirsi al Padre.
L'uomo crocifisso e sofferente ha lasciato il posto all'uomo nuovo che può avere un volto o tutti i volti a seconda di come lo si guarda,dall'ideale di bontà e di bellezza di ognuno.
(L'occidentale vede Gesù con gli occhi azzurri, altri lo vedono diversamente, ma non è l'aspetto fisico che conta).
La Sindone è l'immagine statica di un uomo storico morto in sofferenza,un legame con la morte che Gesù non aveva.
Il vero legame lo si deve avere con il Cristo risorto e ritornato al Padre.
Gesù non poteva permettere che un telo funebre ci tenesse legati a ciò che era prima.
E' necessario non affezionarsi troppo a qualsiasi reliquia per non "legare" lo Spirito alle cose terrene.
Se anche avessimo il vero sangue di Gesù non apparterrebbe a noi ma a Dio,datore di vita e sarebbe una bestemmia appropriarcene.
Gesù ci ha dato un altro tipo di sangue al momento dell'Eucarestia,il sangue del nuovo patto con Dio,lo spirito del suo sacrificio,il segno della sua sofferenza per la causa umana,la speranza di una resurrezione eterna per chi avesse avuto in sé quel sangue.
Probabilmente la Sindone ha avvolto il corpo di un uomo a cui sono state inferte le stesse sofferenze del Cristo,forse un condannato o un martire.
Certo il volto dolce che emerge dalla ricostruzione dell'uomo della Sindone induce chiunque all'ammirazione ma Gesù ci dice:" Avrei potuto essere così,ma anche diverso:scoprilo tu guardando in te stesso."
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Ritorno all'Eden.
Essere o andare in Paradiso sicuramente non significa raggiungere un luogo ameno ma significa ritornare nella condizione originaria dell'essere umano prima della conoscenza del bene e del male.
Il termine "conoscere" non significa tanto sapere ma ha il senso di aderire,sperimentare.Tale conoscenza può appartenere solo a Dio che,essendo al di sopra del bene e del male può gestire ogni situazione secondo giustizia.Ciò che per noi a volte sembra male per Dio è la conseguenza di un sistema di eventi.
Per l'uomo conoscere il bene e il male significa perdere uno stato di beatitudine che non è assenza di libertà ma vedere la realtà esattamente com'è senza mettere il timbro di buono o cattivo (la realtà creata da Dio senza satana è sempre buona).
La valenza positiva o negativa inquina le azioni; la nudità in sè innocente può diventare peccato (dopo la caduta l'uomo si accorse di essere nudo,non si accontentò più di ciò che aveva e desiderò possedere portando via ad altri; il parlare diventò calunnia e bugia)
Nella Bibbia dietro ad ogni immagine,ad ogni simbolo si nasconde una verità da scoprire.Ciò che può sembrare una favola è un trattato teologico,filisofico,morale di grande valore da capire passo dopo passo da chi riesce ad entrare in quel mondo nascosto.La genialità di chi l'ha scritta è stata sicuramente potenziata dal suggerimento divino.Anche se nei secoli ci sono state delle aggiunte umane scorrette ed inopportune il cuore della Bibbia rimane un fulcro di vita per la vita.L'immagine del frutto proibito non è un cartone animato.Nutrendosi del frutto proibito(simbolo della disubbidienza) significa farlo proprio,farlo parte di sé.
Quel cibo ha fatto sì che l'uomo venisse a contatto con il male (si ammalasse spiritualmente).L'influsso di satana sul comportamento umano era iniziato come anche la capacità di scelte sbagliate.
L'uomo in balìa del male necessitava ormai di regole che lo aiutassero ad agire correttamente e Dio ha dato i Comandamenti come direttiva per non soccombere
Con la venuta di Cristo l'essere umano ha avuto la possibilità di tornare all'Eden.La storia doveva avere un senso contrario.La legge andava perfezionata portando l'uomo allo stato di perfezione originale(Non sono venuto ad abolire la legge ma a completarla)
Al posto del frutto proibito l'uomo doveva mangiare un cibo del Cielo non avvelenato dal male (e quale cibo migliore del Corpo di Gesù,l'Innocente che ha scelto sempre il bene e ha insegnato a farlo arrivando a dare la vita ?)Mangiando il Corpo di Cristo l'uomo esclude satana da sé,ridiventa innocente come in origine,può ricominciare la vita nell' Eden come nuovo essere nel Regno dei Cieli.Il ladro pentito crocifisso con Gesù,aderendo a Lui,ha avuto la promessa:"Oggi sarai con me in Paradiso,nell'Eden dove vivo da sempre.
Cristo ha vestito i panni dell'essere umano e,pur nella conoscenza del bene e del male,ha fronteggiato il male con un'obbedienza totale che gli è costata la vita fisica causa la cattiveria umana e l'influsso di satana.All'opposto di Adamo in Gesù la conoscenza del bene e del male non ha attecchito.Gli attacchi di satana non sono stati sporadici ma con tentazioni continue e durature tutta la vita(tentazioni per il potere,per la ricchezza,perfino per la difesa di un popolo oppresso)Chi non avrebbe ceduto?
L'annientamento dell'uomo caduto nell'errore è sfociato,con Gesù,nella resurrezione del nuovo Adamo e di tutto il suo popolo.
Il termine "conoscere" non significa tanto sapere ma ha il senso di aderire,sperimentare.Tale conoscenza può appartenere solo a Dio che,essendo al di sopra del bene e del male può gestire ogni situazione secondo giustizia.Ciò che per noi a volte sembra male per Dio è la conseguenza di un sistema di eventi.
Per l'uomo conoscere il bene e il male significa perdere uno stato di beatitudine che non è assenza di libertà ma vedere la realtà esattamente com'è senza mettere il timbro di buono o cattivo (la realtà creata da Dio senza satana è sempre buona).
La valenza positiva o negativa inquina le azioni; la nudità in sè innocente può diventare peccato (dopo la caduta l'uomo si accorse di essere nudo,non si accontentò più di ciò che aveva e desiderò possedere portando via ad altri; il parlare diventò calunnia e bugia)
Nella Bibbia dietro ad ogni immagine,ad ogni simbolo si nasconde una verità da scoprire.Ciò che può sembrare una favola è un trattato teologico,filisofico,morale di grande valore da capire passo dopo passo da chi riesce ad entrare in quel mondo nascosto.La genialità di chi l'ha scritta è stata sicuramente potenziata dal suggerimento divino.Anche se nei secoli ci sono state delle aggiunte umane scorrette ed inopportune il cuore della Bibbia rimane un fulcro di vita per la vita.L'immagine del frutto proibito non è un cartone animato.Nutrendosi del frutto proibito(simbolo della disubbidienza) significa farlo proprio,farlo parte di sé.
Quel cibo ha fatto sì che l'uomo venisse a contatto con il male (si ammalasse spiritualmente).L'influsso di satana sul comportamento umano era iniziato come anche la capacità di scelte sbagliate.
L'uomo in balìa del male necessitava ormai di regole che lo aiutassero ad agire correttamente e Dio ha dato i Comandamenti come direttiva per non soccombere
Con la venuta di Cristo l'essere umano ha avuto la possibilità di tornare all'Eden.La storia doveva avere un senso contrario.La legge andava perfezionata portando l'uomo allo stato di perfezione originale(Non sono venuto ad abolire la legge ma a completarla)
Al posto del frutto proibito l'uomo doveva mangiare un cibo del Cielo non avvelenato dal male (e quale cibo migliore del Corpo di Gesù,l'Innocente che ha scelto sempre il bene e ha insegnato a farlo arrivando a dare la vita ?)Mangiando il Corpo di Cristo l'uomo esclude satana da sé,ridiventa innocente come in origine,può ricominciare la vita nell' Eden come nuovo essere nel Regno dei Cieli.Il ladro pentito crocifisso con Gesù,aderendo a Lui,ha avuto la promessa:"Oggi sarai con me in Paradiso,nell'Eden dove vivo da sempre.
Cristo ha vestito i panni dell'essere umano e,pur nella conoscenza del bene e del male,ha fronteggiato il male con un'obbedienza totale che gli è costata la vita fisica causa la cattiveria umana e l'influsso di satana.All'opposto di Adamo in Gesù la conoscenza del bene e del male non ha attecchito.Gli attacchi di satana non sono stati sporadici ma con tentazioni continue e durature tutta la vita(tentazioni per il potere,per la ricchezza,perfino per la difesa di un popolo oppresso)Chi non avrebbe ceduto?
L'annientamento dell'uomo caduto nell'errore è sfociato,con Gesù,nella resurrezione del nuovo Adamo e di tutto il suo popolo.
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Filosofia e fede.
Fede e filosofia sono diverse anche se spesso l'una si è inserita nell'altra e viceversa.
La filosofia riguarda l'uomo che,con il pensiero,cerca di conoscere se stesso e di salire a un Dio.
La fede riguarda Dio che,con il suo amore,cerca di incontrare l'uomo che già conosce.
Certi cristiani sono risultati più filosofi che fedeli.
Il filosofo viaggia su un binario diverso del fedele.Chi si occupa di filosofia non finirà mai di discutere;chi si appoggia alla fede non finirà mai di credere.
Credo,però,che alla fine i due viaggiatori,essendo esseri umani,arrivino alla stessa stazione.
La filosofia riguarda l'uomo che,con il pensiero,cerca di conoscere se stesso e di salire a un Dio.
La fede riguarda Dio che,con il suo amore,cerca di incontrare l'uomo che già conosce.
Certi cristiani sono risultati più filosofi che fedeli.
Il filosofo viaggia su un binario diverso del fedele.Chi si occupa di filosofia non finirà mai di discutere;chi si appoggia alla fede non finirà mai di credere.
Credo,però,che alla fine i due viaggiatori,essendo esseri umani,arrivino alla stessa stazione.
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In croce:poche parole ma grande insegnamento!
Le brevi frasi di Gesù in croce suscitano non poche riflessioni.
Siamo alla fine della vita terrena di Gesù di Nazareth,alla conclusione di un incarico;quanto era da dire è stato detto e quanto era da fare è stato fatto.
Il lettore del Vangelo ormai non si sofferma più tanto su ciò che avviene ma è sulla croce che Gesù sottoscrive la sua eredità.
Come eredità terrena ha da darci solo una Madre che rimane sola e che diventa la Madre di Giovanni (ma anche di quelli che come lui hanno amato il Figlio).Sappiamo che una madre anziana e sola necessita di protezione ma è anche molto capace di proteggere.
Altra eredità è un perdono.-Padre perdona a coloro che non sanno quello che fanno!- Perdonare a chi non è consapevole del male che fa: è questo il senso che io do alla frase di Gesù.
I capi d'Israele sono colpevoli perché sanno ciò che fanno,conoscono le scritture e volontariamente hanno rifiutato il Cristo,la luce e sono rimasti nelle loro tenebre.
Quelli che non sanno ciò che fanno potrebbero essere i romani o quella parte di popolo che non lo ha conosciuto e,nell'ignoranza,è stata convinta ad infierire contro di lui.
A proposito della conoscenza delle Scritture Gesù cita le prime parole del Salmo 21 ( Dio mio perché mi hai abbandonato?). Certamente non è una frase di sconforto di Gesù o di perdita di fede pur nella sofferenza ma è la sua immedesimazione con l'Israele sofferente che piange,lamenta la sua povertà e sete di giustizia,è mite ed umile di cuore.
Questo popolo sembra essere nell'abbandono più totale per il rifiuto dell'Unto da parte di chi lo doveva proteggere ma in breve sarà riscattato avendo aderito al Cristo prima sofferente e poi risorto.
La croce è la risposta di Dio a questo popolo che lo ha invocato,la nuova liberazione che vince le delusioni.E' abbassandosi che il Signore innalza il suo popolo,risponde alle sue invocazioni e porta alla fede.
Anche altre genti avranno il privilegio di questa salvezza adorando Dio come cittadini del Regno dei Cieli.
Il contenuto del Salmo 21 Gesù non poteva recitarlo tutto nelle sue condizioni ma,accennandolo, ha fatto capire ciò che voleva dire a chi ha orecchi per intendere.
Che queste parole di Gesù non erano un lamento per il suo abbandono lo si capisce anche dal fatto che non chiama Dio come Padre (come ha sempre fatto), ma è più staccato.
Infatti,dopo aver confermato che tutto si è compiuto,Gesù si rivolge nuovamente a Dio ma lo chiama nuovamente Padre per affidargli il suo Spirito.
La sete di Gesù in croce,anche se era reale come le altre sofferenze,rappresenta la sete di redenzione. "Chi ha sete venga a me e beva" aveva detto in un'altra occasione.
Ora è lui,l'Israele reietto ad aver sete ma ben presto berrà alla fonte del Cristo risorto insieme all'ultimo discepolo:il buon ladrone convertitosi e perdonato.
Siamo alla fine della vita terrena di Gesù di Nazareth,alla conclusione di un incarico;quanto era da dire è stato detto e quanto era da fare è stato fatto.
Il lettore del Vangelo ormai non si sofferma più tanto su ciò che avviene ma è sulla croce che Gesù sottoscrive la sua eredità.
Come eredità terrena ha da darci solo una Madre che rimane sola e che diventa la Madre di Giovanni (ma anche di quelli che come lui hanno amato il Figlio).Sappiamo che una madre anziana e sola necessita di protezione ma è anche molto capace di proteggere.
Altra eredità è un perdono.-Padre perdona a coloro che non sanno quello che fanno!- Perdonare a chi non è consapevole del male che fa: è questo il senso che io do alla frase di Gesù.
I capi d'Israele sono colpevoli perché sanno ciò che fanno,conoscono le scritture e volontariamente hanno rifiutato il Cristo,la luce e sono rimasti nelle loro tenebre.
Quelli che non sanno ciò che fanno potrebbero essere i romani o quella parte di popolo che non lo ha conosciuto e,nell'ignoranza,è stata convinta ad infierire contro di lui.
A proposito della conoscenza delle Scritture Gesù cita le prime parole del Salmo 21 ( Dio mio perché mi hai abbandonato?). Certamente non è una frase di sconforto di Gesù o di perdita di fede pur nella sofferenza ma è la sua immedesimazione con l'Israele sofferente che piange,lamenta la sua povertà e sete di giustizia,è mite ed umile di cuore.
Questo popolo sembra essere nell'abbandono più totale per il rifiuto dell'Unto da parte di chi lo doveva proteggere ma in breve sarà riscattato avendo aderito al Cristo prima sofferente e poi risorto.
La croce è la risposta di Dio a questo popolo che lo ha invocato,la nuova liberazione che vince le delusioni.E' abbassandosi che il Signore innalza il suo popolo,risponde alle sue invocazioni e porta alla fede.
Anche altre genti avranno il privilegio di questa salvezza adorando Dio come cittadini del Regno dei Cieli.
Il contenuto del Salmo 21 Gesù non poteva recitarlo tutto nelle sue condizioni ma,accennandolo, ha fatto capire ciò che voleva dire a chi ha orecchi per intendere.
Che queste parole di Gesù non erano un lamento per il suo abbandono lo si capisce anche dal fatto che non chiama Dio come Padre (come ha sempre fatto), ma è più staccato.
Infatti,dopo aver confermato che tutto si è compiuto,Gesù si rivolge nuovamente a Dio ma lo chiama nuovamente Padre per affidargli il suo Spirito.
La sete di Gesù in croce,anche se era reale come le altre sofferenze,rappresenta la sete di redenzione. "Chi ha sete venga a me e beva" aveva detto in un'altra occasione.
Ora è lui,l'Israele reietto ad aver sete ma ben presto berrà alla fonte del Cristo risorto insieme all'ultimo discepolo:il buon ladrone convertitosi e perdonato.
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- Iscritto il: domenica 19 luglio 2020, 16:48
Nel bisogno non basta la preghiera.
Dio non manda i mali,anzi,ci aiuta ad evitarli ma non accetta le sfide,i compromessi umani o le promesse interessate (se mi dai,io ti do) e non vuole essere "comprato".
Dio richiede solo la nostra FEDE e la nostra COLLABORAZIONE perché sa già che cosa ci serve prima ancora che glielo chiediamo e il nostro bene coincide con la sua volontà.
A Nazareth Gesù avrebbe voluto fare il bene di molte persone ma non trovava fede e collaborazione per cui il suo operato era limitato.
Se un malato non si fida del medico e rifiuta le cure non può avere pretese.
Viviamo in un mondo in cui ci sono malattie,catastrofi naturali e catastrofi umane(guerre) e il pericolo è in agguato ogni giorno della nostra vita.Abbiamo tante capacità ma collaborando con Dio e fidandoci di Lui sono molto più probabili i nostri successi.
Dio richiede solo la nostra FEDE e la nostra COLLABORAZIONE perché sa già che cosa ci serve prima ancora che glielo chiediamo e il nostro bene coincide con la sua volontà.
A Nazareth Gesù avrebbe voluto fare il bene di molte persone ma non trovava fede e collaborazione per cui il suo operato era limitato.
Se un malato non si fida del medico e rifiuta le cure non può avere pretese.
Viviamo in un mondo in cui ci sono malattie,catastrofi naturali e catastrofi umane(guerre) e il pericolo è in agguato ogni giorno della nostra vita.Abbiamo tante capacità ma collaborando con Dio e fidandoci di Lui sono molto più probabili i nostri successi.
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- Iscritto il: domenica 19 luglio 2020, 16:48
La colpa e il peccato.
La colpa è il reato, la trasgressione della legge; il peccato è il tradimento del proprio senso spirituale.
Il fondamentalista che uccide è colpevole di un grave reato per la legge e per la morale comune ma nel suo spirito non è peccatore perché è convinto di agire bene (Sebbene anche il suo credo vieti di uccidere ma evidentemente non è interpretato nella maniera giusta)
L'ebreo credente che fa un lavoretto di sabato è innocente per la legge e la morale ma è peccatore perché è consapevole di tradire il suo credo.
I grandi dittatori della storia erano colpevoli di genocidi ma anche peccatori perché,pur appartenendo a credi religiosi che condannano la violenza e pur consapevoli di fare il male lo commettevano ugualmente per interessi umani.
Chi sa che quello che fa è sbagliato e lo fa ugualmente è un peccatore.
Nei tribunali si giudicano le colpe non i peccati;il giudizio sui peccati spetta soltanto a Dio.
Per il peccatore la penitenza più grande è la consapevolezza di aver offeso Dio.Tutte le altre penitenze possono solo lenire il dolore spirituale ma non guariscono l'anima.
Il fondamentalista che uccide è colpevole di un grave reato per la legge e per la morale comune ma nel suo spirito non è peccatore perché è convinto di agire bene (Sebbene anche il suo credo vieti di uccidere ma evidentemente non è interpretato nella maniera giusta)
L'ebreo credente che fa un lavoretto di sabato è innocente per la legge e la morale ma è peccatore perché è consapevole di tradire il suo credo.
I grandi dittatori della storia erano colpevoli di genocidi ma anche peccatori perché,pur appartenendo a credi religiosi che condannano la violenza e pur consapevoli di fare il male lo commettevano ugualmente per interessi umani.
Chi sa che quello che fa è sbagliato e lo fa ugualmente è un peccatore.
Nei tribunali si giudicano le colpe non i peccati;il giudizio sui peccati spetta soltanto a Dio.
Per il peccatore la penitenza più grande è la consapevolezza di aver offeso Dio.Tutte le altre penitenze possono solo lenire il dolore spirituale ma non guariscono l'anima.
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- Iscritto il: lunedì 7 maggio 2018, 19:32
Re: Contro la disperazione.
Volalibera ho letto ora questo tuo intervento
Molto bello veramente
Molto bello veramente
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- Iscritto il: domenica 19 luglio 2020, 16:48
Riflessioni sull'Essenza Divina.
C'è differenza tra un Dio che HA e un Dio che E'.
Dio è l'essenza di ogni cosa.
Dio è l'Esistenza e tutto ciò che esiste fa parte di Lui.
Dio non ha la Sapienza(nessuno gliel'ha data) ma E' la Sapienza per cui non può non sapere.
Dio è gioia e allegria(non lutto o musonerie),è bellezza,bontà,carità,giustizia,misericordia,pace.
Tutto ciò che è bello,buono caritatevole,giusto misericordioso,pacifico è in Dio
Quando l'uomo agisce nel bene è immerso nell'Essenza Divina anche senza nominarla.
Il male è il NON Dio,la negazione di ciò che Dio E'.
Dio è l'essenza di ogni cosa.
Dio è l'Esistenza e tutto ciò che esiste fa parte di Lui.
Dio non ha la Sapienza(nessuno gliel'ha data) ma E' la Sapienza per cui non può non sapere.
Dio è gioia e allegria(non lutto o musonerie),è bellezza,bontà,carità,giustizia,misericordia,pace.
Tutto ciò che è bello,buono caritatevole,giusto misericordioso,pacifico è in Dio
Quando l'uomo agisce nel bene è immerso nell'Essenza Divina anche senza nominarla.
Il male è il NON Dio,la negazione di ciò che Dio E'.