E luce fu
Re: E luce fu
Buonasera Noiman. È solo un caso che si ripetano le stesse consonanti nelle prime due parole di בראשית ברא
La ב di bereshit è solo un suffisso che traduce la preposizione "in", perché il vero sostantivo è ראשית che viene dalla radice ראש. Contrariamente la ב di ברא non è un suffisso e quindi non una preposizione, ma proprio parte della radice stessa ברא che è diversa dalla ראש.
La ב di bereshit è solo un suffisso che traduce la preposizione "in", perché il vero sostantivo è ראשית che viene dalla radice ראש. Contrariamente la ב di ברא non è un suffisso e quindi non una preposizione, ma proprio parte della radice stessa ברא che è diversa dalla ראש.
- Gianni
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Re: E luce fu
Tra l'altro faccio notare che "Si presenterà luce" presuppone che ci fosse già una luce. Creata da chi?
Re: E luce fu
Allora puoi considerare anche un caso che בראשית, sia espresso in valore assoluto, perché no! L’agiografo sapeva molte bene cosa intendeva dire e poteva anche scrivere:
בראשית אלהים ברא אתהשמים ואת הארץ
Ma non l’ha fatto…..
L’azione è una affermazione in tempo perfetto di una realtà con funzione introduttiva le successive esistenze nonostante l’aspetto di continuatività con il verso iniziale sussistono indipendentemente, dopo la definizione dello stato in cui il primo verbo ha agito, subito dopo leggiamo una successiva affermazione introdotta da una seconda waw, והארץ היתה תהו ובהו "e la terra era tohu vabohu”, dove viene descritta una condizione che precede un altro principio agente e ancora introdotto dalla waw nella forma ורוח אלהים, Ruàch Elohim, in una nuova condizione che è azione in attesa del divenire, la novità è che abbiamo in ruàch elohim, l’unione di due forze dinamiche che sovrastano le quattro forme annunciate, תהו בהו חשך תהום, che sono in attesa di uno stato
היתה תהו ובהו וחשך על-פני תהום והארצ “e ha-eretz hàita tohu va-bohu ve koshech al penè tehom” “E la terra era informe e vuota e la tenebra era sul volto dell’abisso”
Ancora una volta la waw ha la funzione di introdurre gli stati successivi, non può sfuggire una simmetria tra questo verso e il successivo che completa lo stato delle cose e ancora una volta è la waw che introduce
ורוח אלהים מרחפת על פני המים
“Ve ruàch elohim merachefet al pnè ha-maim,
“E lo spirito di Elohim si muoveva sul volto dell’acqua”, in opposizione alle tenebre che erano sul volto dell’abisso.
Cosa difficile da spiegare è che tutta la costruzione è basata su una alternanza tra azioni nel divenire e nell’essere completate, una serie di parole e verbi di carattere aprono l’azione e poi la concludono, nel caso di וימר אלהים יהי אור ויהי אור , abbiamo uno iussivo e nella ripetizione del verbo troviamo l’azione conclusa, questo è rafforzato dal maqqef che unisce le due parole, bisogna anche distinguere che non è più una narrazione ma una affermazione la prima che si apre con un imperativo che in questo caso è proprio imperante, tanto è vero che nell’ebraico moderno si preferisce ammorbidirlo con il futuro, ma questo non è il caso, ritroviamo la prova che non si può parlare di
ויהי-ערב ויהי- בקר יום אחד
“e fu sera e fu mattino giorno uno”
Noiman
בראשית אלהים ברא אתהשמים ואת הארץ
Ma non l’ha fatto…..
L’azione è una affermazione in tempo perfetto di una realtà con funzione introduttiva le successive esistenze nonostante l’aspetto di continuatività con il verso iniziale sussistono indipendentemente, dopo la definizione dello stato in cui il primo verbo ha agito, subito dopo leggiamo una successiva affermazione introdotta da una seconda waw, והארץ היתה תהו ובהו "e la terra era tohu vabohu”, dove viene descritta una condizione che precede un altro principio agente e ancora introdotto dalla waw nella forma ורוח אלהים, Ruàch Elohim, in una nuova condizione che è azione in attesa del divenire, la novità è che abbiamo in ruàch elohim, l’unione di due forze dinamiche che sovrastano le quattro forme annunciate, תהו בהו חשך תהום, che sono in attesa di uno stato
היתה תהו ובהו וחשך על-פני תהום והארצ “e ha-eretz hàita tohu va-bohu ve koshech al penè tehom” “E la terra era informe e vuota e la tenebra era sul volto dell’abisso”
Ancora una volta la waw ha la funzione di introdurre gli stati successivi, non può sfuggire una simmetria tra questo verso e il successivo che completa lo stato delle cose e ancora una volta è la waw che introduce
ורוח אלהים מרחפת על פני המים
“Ve ruàch elohim merachefet al pnè ha-maim,
“E lo spirito di Elohim si muoveva sul volto dell’acqua”, in opposizione alle tenebre che erano sul volto dell’abisso.
Cosa difficile da spiegare è che tutta la costruzione è basata su una alternanza tra azioni nel divenire e nell’essere completate, una serie di parole e verbi di carattere aprono l’azione e poi la concludono, nel caso di וימר אלהים יהי אור ויהי אור , abbiamo uno iussivo e nella ripetizione del verbo troviamo l’azione conclusa, questo è rafforzato dal maqqef che unisce le due parole, bisogna anche distinguere che non è più una narrazione ma una affermazione la prima che si apre con un imperativo che in questo caso è proprio imperante, tanto è vero che nell’ebraico moderno si preferisce ammorbidirlo con il futuro, ma questo non è il caso, ritroviamo la prova che non si può parlare di
” in Bereshit“esclamerà, Elohim: "Si presenterà luce".E si presenterà luce
ויהי-ערב ויהי- בקר יום אחד
“e fu sera e fu mattino giorno uno”
Noiman
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Re: E luce fu
Grazie, Noiman, per la tua attenta e precisa analisi.

Re: E luce fu
Buongiorno Gianni. Riguardo alla luce che già c'era , in effetti non era ancora luce visibile, ma solo energia elettromagnetica in un spettro di frequenza forse superiore dove ci sono i raggi X, o forse più bassodove ci sono le microonde. Tuttostà che in entrambi i casi in loro presenza ci sarebbe il buio. Ricordiamo che i luminari c'erano già perché è da loro che viene questa energia. Mancava solo il Ruack che librando da sopra le acque creasse l'atmosfera, filtrasse tramite rifrazione con le particelle dell'aria, i potenti raggi gamma, ultravioletti, e X, , cosicché si arrivasse ad ottenere il ristretto spazio elettromagnetico che permette la luce visibile al nostro occhio, perché solo quella l'occhio umano può percepire. Le Sacre scritture non spiegano la creazione di tutto l'universo, ma solo il risanamento di quello che vi è stato nei riguardi del nostro pianeta parlando di Sciamayim e Erezt, e il presentarsi ad essere dell'acqua, del luce, sole, luna e stelle, che esistevano di già ma non erano visibili . Nell'arco di 7 giorni di genesi (e siamo ancora nel settimo giorno) , come i giorni della settimana, il primo giorno ritornerà, perché è scritto in Isaia 65:17
"Ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; le cose passate non torneranno in mente né saliranno in cuore"
"Ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; le cose passate non torneranno in mente né saliranno in cuore"
Re: E luce fu
Segreto.....
come fai a scrivere il Ruàch, chi sa l'ebraico e propone traduzioni deve cominciare da li....
Noiman

Noiman
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Re: E luce fu
Segreto, io non ho detto che la luce già c’era. Essa venne creata nel momento in cui Dio disse: “Si faccia luce”. Su questo però porrò alla fine una domanda a Noiman.
Io avevo osservato che se tu traduci (tra l’altro distorcendo il senso che il verbo ha nel vocabolario) “si presenterà luce”, viene da domandarsi da dove mai si presenterebbe, da dove mai verrebbe, e quindi chi l’avrebbe già creata. Logica vuole che tu risponda che la creò Dio, per cui si avrebbe che nulla verrebbe detto sulla sua creazione.
Quando poi tu affermi che “non era ancora luce visibile, ma solo energia elettromagnetica”, facendo ipotesi sullo spettro di frequenza, mi viene in mente la Watchtower che per spiegare perché già c’era la luce prima della creazione del sole, si inventano un’atmosfera nuvolosa che si diradò nel giorno in cui apparve il sole.
Tu affermi che “i luminari c'erano già perché è da loro che viene questa energia”. A questa conclusione, che contraddice l’ordine della creazione che troviamo in Genesi, sei costretto tu pure, come la Watchtower, per far quadrare le cose.
Sul resto sorvolo, perché già quanto osservato finora basta e avanza.
Ora la mia domanda a Noiman.
Prima una premessa, su cui credo lui sia d’accordo: 1) Gli ebrei biblici nulla sapevano del sole, se non quello che si sapeva sperimentandone gli effetti della sua presenza; 2) Il pensiero ebraico è molto concreto, per cui immaginavano che la luce avesse una sua sede.
Domanda: è corretto pensare che avendo la luce una sua propria sede, la luce emessa dai luminari non avesse attinenza con essa? Così si piegherebbe la creazione della luce e in seguito quella dei luminari.
Io avevo osservato che se tu traduci (tra l’altro distorcendo il senso che il verbo ha nel vocabolario) “si presenterà luce”, viene da domandarsi da dove mai si presenterebbe, da dove mai verrebbe, e quindi chi l’avrebbe già creata. Logica vuole che tu risponda che la creò Dio, per cui si avrebbe che nulla verrebbe detto sulla sua creazione.
Quando poi tu affermi che “non era ancora luce visibile, ma solo energia elettromagnetica”, facendo ipotesi sullo spettro di frequenza, mi viene in mente la Watchtower che per spiegare perché già c’era la luce prima della creazione del sole, si inventano un’atmosfera nuvolosa che si diradò nel giorno in cui apparve il sole.
Tu affermi che “i luminari c'erano già perché è da loro che viene questa energia”. A questa conclusione, che contraddice l’ordine della creazione che troviamo in Genesi, sei costretto tu pure, come la Watchtower, per far quadrare le cose.
Sul resto sorvolo, perché già quanto osservato finora basta e avanza.
Ora la mia domanda a Noiman.
Prima una premessa, su cui credo lui sia d’accordo: 1) Gli ebrei biblici nulla sapevano del sole, se non quello che si sapeva sperimentandone gli effetti della sua presenza; 2) Il pensiero ebraico è molto concreto, per cui immaginavano che la luce avesse una sua sede.
Domanda: è corretto pensare che avendo la luce una sua propria sede, la luce emessa dai luminari non avesse attinenza con essa? Così si piegherebbe la creazione della luce e in seguito quella dei luminari.
Re: E luce fu
Per quello che ho capito io, la luce di cui si parla all'inizio non è stata creata, poiché ha le stesse qualità del Creatore. Potremmo dire che è emanata?. Ciò che è stato creato è invece assente prima dell'atto creativo, poiché la creazione ha qualità opposte al Creatore.
Anche io penso che la luce degli astri non riguardi questo argomento, per la Kabbalah la materialità è solo una percezione grossolana della creazione.
Anche io penso che la luce degli astri non riguardi questo argomento, per la Kabbalah la materialità è solo una percezione grossolana della creazione.
Re: E luce fu
Si! …. Gianni erano concreti , la gran parte dei lettori o meglio uditori delle prime narrazioni bibliche , non ancora libri, non canonizzati, fruissero dei testi molto senza porsi troppi problemi riguardo le incongruenze letterarie e testuali cosi evidenti , se la luce del primo giorno era quelle degli astri non ancora creati, a meno che shamaym comprendesse anche astri diversi, come le contraddizioni tra 1°capitolo e il 2° capitolo dove la vita vegetale fu creata nel terzo giorno, secondo l’idea che le prime forme viventi fossero vegetali, in aperto contrasto con Bereshit 2/5 “nessun cespuglio del campo e nessuna erba era ancora spuntata perche non era ancora piovuto” .
In Bereshit capitolo 1, la creazione è distribuita in sei giorni, ma nel capitolo 2 tutto avviene in un solo giorno e il testo sinteticamente se la cava con u’altra contraddizione, “Nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perche H. non aveva fatto piovere sulla terra”(Bereshit 2/5).
Chi scrisse questi racconti o semplicemente li raccolse in un unico testo era ben consapevole delle evidenti contraddizioni letterarie testuali e cronologiche , gli agiografi se avessero voluto non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad armonizzare le parti in conflitto che sono alla base dell’ipotesi documentaria secondo cui fonti e tradizioni diverse sarebbero state successivamente unificate.
Possiamo anche considerare che l’agiografo non possedeva la nostra visione di insieme che ci impone una logica di modello consequenziale, il lettore biblico di quel tempo rifugge le idee astratte e come scrive Gianni privilegia le idee concrete, per ritornare alla domanda di Gianni , l’autore biblico segue una visione che appoggia l’insieme narrativo, scrive Cassuto” corrisponde a una semplicità lineare dell’espressione che in pochi tratti dà fondo all’universo [….] un insegnamento religioso e morale un rivolgersi al sentimento piuttosto che alla ragione “era il modo migliore di spiegare l’origine del mondo e del cosmo e raccontare una storia fantastica.
Quello che oggi ci manca è l’immaginario figurativo caratteristica in quel tempo, per usare l’espressione di U.Volli che credo ogni tanto ci segua, si tratta di immagini sociali oggettivate , sicuramente nessuno pensava come abbiamo letto:
La luce del sole e della luna la vedevano !!! . Non solo! pensavano che la luna fosse più grande del sole, se guardiamo il cielo a oriente in una notte limpida la luna ci sembrerà più grande.
Il commento di Yeshayà’che per una forma di equilibrio scrisse molto tempo dopo ( 30/26) “La luce della luna sarà come quella del sole e la luce del sole sarà sette volte la luce di sette giorni”, forse in relazione al libro di Bereshit dove è scritto che il sole è più luminoso e la luna meno, i nostri progenitori non avevano la nostra conoscenza e quindi distinsero la questione non secondo la dimensione ma in “splendore”, esiste differenza tra splendore e dimensione anche se in realtà nei cieli i due astri appaiono simili.
Per rispondere alla tua osservazione è probabile che la luce primordiale citata in Bereshit non fosse in relazione con gli astri che portano un altro nome, siamo noi che consideriamo la luce connessa al sole, dimenticando che la luce è un prodotto di scarto dell’energia come anche la velocità è il prodotto di scarto della potenza.
Il nomade che si difendeva dal sole e si compiaceva nella notte non si poneva troppe domande, ma i pensatori del tempo che scrutavano questo magico testo sapevano che la luce primordiale era scaturita dal Principio e da D-o che è una delle sue manifestazioni, il testo strizza l'occhio e pone la distinzione che essa fu chiamata (letteralmente) e non creata , il buio ,il suo opposto dovette essere estratto… qui si apre un altro mondo….
Lo Zohar afferma: “ Tutto ciò che è sorto, è sorto nel segreto di questo “sia”. La parola יהי”yehi”, “sia”, allude nelle lettere “yod” e “he”, יה, al segreto dell’unione del Padre e della Madre, una rivelazione nella rivelazione.
Dunque concordo perfettamente con te e secondo me tu sei andato ben oltre.
Shabbat Shalom
Noiman
In Bereshit capitolo 1, la creazione è distribuita in sei giorni, ma nel capitolo 2 tutto avviene in un solo giorno e il testo sinteticamente se la cava con u’altra contraddizione, “Nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perche H. non aveva fatto piovere sulla terra”(Bereshit 2/5).
Chi scrisse questi racconti o semplicemente li raccolse in un unico testo era ben consapevole delle evidenti contraddizioni letterarie testuali e cronologiche , gli agiografi se avessero voluto non avrebbe avuto nessuna difficoltà ad armonizzare le parti in conflitto che sono alla base dell’ipotesi documentaria secondo cui fonti e tradizioni diverse sarebbero state successivamente unificate.
Possiamo anche considerare che l’agiografo non possedeva la nostra visione di insieme che ci impone una logica di modello consequenziale, il lettore biblico di quel tempo rifugge le idee astratte e come scrive Gianni privilegia le idee concrete, per ritornare alla domanda di Gianni , l’autore biblico segue una visione che appoggia l’insieme narrativo, scrive Cassuto” corrisponde a una semplicità lineare dell’espressione che in pochi tratti dà fondo all’universo [….] un insegnamento religioso e morale un rivolgersi al sentimento piuttosto che alla ragione “era il modo migliore di spiegare l’origine del mondo e del cosmo e raccontare una storia fantastica.
Quello che oggi ci manca è l’immaginario figurativo caratteristica in quel tempo, per usare l’espressione di U.Volli che credo ogni tanto ci segua, si tratta di immagini sociali oggettivate , sicuramente nessuno pensava come abbiamo letto:
.”“era ancora luce visibile, ma solo energia elettromagnetica in un spettro di frequenza forse superiore dove ci sono i raggi X, o forse più basso dove ci sono le microonde
La luce del sole e della luna la vedevano !!! . Non solo! pensavano che la luna fosse più grande del sole, se guardiamo il cielo a oriente in una notte limpida la luna ci sembrerà più grande.
Il commento di Yeshayà’che per una forma di equilibrio scrisse molto tempo dopo ( 30/26) “La luce della luna sarà come quella del sole e la luce del sole sarà sette volte la luce di sette giorni”, forse in relazione al libro di Bereshit dove è scritto che il sole è più luminoso e la luna meno, i nostri progenitori non avevano la nostra conoscenza e quindi distinsero la questione non secondo la dimensione ma in “splendore”, esiste differenza tra splendore e dimensione anche se in realtà nei cieli i due astri appaiono simili.
Per rispondere alla tua osservazione è probabile che la luce primordiale citata in Bereshit non fosse in relazione con gli astri che portano un altro nome, siamo noi che consideriamo la luce connessa al sole, dimenticando che la luce è un prodotto di scarto dell’energia come anche la velocità è il prodotto di scarto della potenza.
Il nomade che si difendeva dal sole e si compiaceva nella notte non si poneva troppe domande, ma i pensatori del tempo che scrutavano questo magico testo sapevano che la luce primordiale era scaturita dal Principio e da D-o che è una delle sue manifestazioni, il testo strizza l'occhio e pone la distinzione che essa fu chiamata (letteralmente) e non creata , il buio ,il suo opposto dovette essere estratto… qui si apre un altro mondo….
Lo Zohar afferma: “ Tutto ciò che è sorto, è sorto nel segreto di questo “sia”. La parola יהי”yehi”, “sia”, allude nelle lettere “yod” e “he”, יה, al segreto dell’unione del Padre e della Madre, una rivelazione nella rivelazione.
Dunque concordo perfettamente con te e secondo me tu sei andato ben oltre.
Shabbat Shalom
Noiman
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Re: E luce fu
Noiman ...
Buon sabato anche a te.

Buon sabato anche a te.
