Marcelle ha scritto: ↑martedì 20 giugno 2023, 17:46
Si certamente la ricostruzione di idee ed eventi del passato ha dei limiti oggettivi, ma in cosa questa considerazione limiterebbe la descrizione circa la natura religiosa/teologica dei Vangeli, e non storica nel senso comune e odierno del termine? O che le motivazioni degli autori non fosse quella di mettere su una biografia imparziale e oggettiva di Gesù, ma la loro fede in lui e nel suo messaggio? Non ho ancora ben compreso...
A parte i limiti oggettivi nella ricostruzione di idee di eventi del passato, l'altro limite è anche oggettivo. La certezza sarebbe quella di intervistare l'autore di un'opera per sapere cosa intendeva dire con estrema certezza. Analizzare pezzetti di scritti cercando di comprendere il pensiero di un autore è un approccio probabilistico ma comunque molto importante ed in alcuni casi fondamentale. Grazie alla ricerca storico - critica è possibile mettere in evidenze alcuni dettagli che nell'approccio fideistico occorre considerare. Faccio un esempio: se si crede che le acque del mar rosso si aprirono è un conto. Se invece la ricerca dimostra che non si trattava del mar rosso ma di una palude, qualcosa cambia.
Detto questo, l'altro limite è quello che la scienza non considera possibili determinati avvenimenti come certi miracoli descritti, ad es. resurrezioni o profezie. Per accettare queste supposizioni occorre studiare un fenomeno riproducibile e verificabile. Per un credente, invece, queste cose sono possibili. Ma è anche giusto così, perchè l'indagine scientifica ha bisogno di prendere questa direzione, altrimenti passerebbe qualunque cosa. Dall'altra parte non sappiamo con certezza cosa indusse a credere fermamente gli autori biblici in certe cose (ma anche gli autori di altri testi) dal punto di vista scientifico.
I limiti dell'approccio fideistico invece possono essere facilmente deducibili e sono soprattutto legate alle interpretazioni.
Questo discorso può essere ampliato a tutto il resto dei testi antichi che parlano di queste tematiche. Anche citando il testo storico di Flavio dove parla di un astro a forma di spada, della porta del tempio che si aprì da sola e di carri da guerra che sbucavano dalle nuvole.
In tutto questo contesto, mi domando l'approccio mistico e cabalistico che considerazione occupano. Si parla anche di linee di conoscenza per via iniziatica (non alla portata di tutti)... molti filosofi famosi fecero i salti mortali per ricevere insegnamenti, per esempio, da sacerdoti egizi (qui occorre portare qualche riferimento...). Poi, l'analisi dei vangeli è limitata a poche informazioni e tutto ciò che accade dopo (comunque la trasmissione orale continuava) non è accettato, ma i manoscritti più antichi risalgono al II secolo ed il primo tra questi risulta essere il P52 composto all'incirca nel 125 d.c.
C'è tanta roba da mettere sul piatto ed ogni approccio ha dei limiti, secondo me.. quelli esposti.
Alla base concordo che ci vuole una base solida di partenza: prima occorre capire cosa dice il testo (es. la storia del mar rosso ..), poi parliamo di approcci. Ultimo esempio che posso fare è questo. Se prendiamo testi come Daniele o l'apocalisse, i fideisti spiegheranno con estrema certezza che si tratta di profezie dirette del futuro. L'approccio scientifico non mi pare che possa ammettere questa possibilità.
Se qualcuno fa notare che ci sono anche descritte configurazioni astronomiche ed avvenimenti cosmici, qualcuno dirà che nella Bibbia queste cose hanno una spiegazione precisa, qualche altro che è tutta speculazione.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB