Calendario ebraico

roberto
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Re: Calendario ebraico

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Bruno ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 13:06
In buona sostanza anche senza decidere di far cadere il capodanno in giorni prestabiliti esso cadrà comunque in una data serie di giorni.

MA è sempre casuale, non voluto
AEnim

Re: Calendario ebraico

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roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:06
Gianni ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 9:45 Molto interessante, AEnim.
Richiamo l’attenzione su questa specificazione all’inizio di pag. 6:
“Ma il computo è necessariamente complicato dal fatto che per ragioni rituali il capo d’anno non può cadere in giorno di domenica, mercoledì o venerdì, Quando perciò il novilunio cade in uno di questi giorni, il capo d’anno viene rinviato all’indomani”. –
Non ho studiato in merito, ma questa affermazione è chiara. Se si decide di non far cadere una festività in determinati giorni cosa c'è altro da dire.
Che cosa c'è di chiaro? E' un capodanno civile, di un calendario civile.
L'anno 0 del 1° di Tishri è una data calcolata a tavolino (che io sappia), ovvero la data della creazione di Adamo. Serve a contare gli anni, ed a poterlo fare senza ricorrere alla ripartizione del tempo in dopo Cristo ed avanti Cristo.

Come sai un calendario lunare è breve e non si possono contare gli anni con quello, perchè dieci dei nostri con quello risulterebbero molti di più.

L'anno "civile" del calendario "civile" non ci azzecca nulla con l''anno religioso" del calendario religioso, quindi tutte le critiche poste al calendario civile per me hanno zero senso.
roberto
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Re: Calendario ebraico

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AEnim, è la decisione di non far cadere che per me è chiara. una azione voluta. Ci possono essere migliaia di motivazioni, ma resta il fatto che in tre determinati giorni non si vuole far cadere la festa.
AEnim

Re: Calendario ebraico

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roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:29 AEnim, è la decisione di non far cadere che per me è chiara. una azione voluta. Ci possono essere migliaia di motivazioni, ma resta il fatto che in tre determinati giorni non si vuole far cadere la festa.
Il calendario civile, non deve interferire con quello religioso. Fatti i calcoli in quel modo si riesce a non farlo interferire (secondo me, eh).
Poi, non mi metterò mai a fare calcoli calendariali, a me lo regala il macellaio, me lo appendo alla parete, quel che l'è l'è e ciccia :)
Bruno
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Re: Calendario ebraico

Messaggio da Bruno »

roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:15
Bruno ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 13:06
In buona sostanza anche senza decidere di far cadere il capodanno in giorni prestabiliti esso cadrà comunque in una data serie di giorni.

MA è sempre casuale, non voluto
No, non è mai casuale, ad ogni tot di anni è richiesto decidere quale serie di giorni scegliere. Gli ebrei preferirono quelli. Nel ciclo metonico è un po' diverso. I due calendari non sono proprio uguali come qualcuno ha detto. Nel ciclo metonico il parametro di intercalazione è l'equinozio, nel ciclo ebraico è il prodotto della terra. La stagione nel periodo biblico la si stabiliva in base al prodotto della terra.
roberto
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Re: Calendario ebraico

Messaggio da roberto »

Bruno ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:55
roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 14:15
Bruno ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 13:06
In buona sostanza anche senza decidere di far cadere il capodanno in giorni prestabiliti esso cadrà comunque in una data serie di giorni.

MA è sempre casuale, non voluto
No, non è mai casuale, ad ogni tot di anni è richiesto decidere quale serie di giorni scegliere. Gli ebrei preferirono quelli.
Ok Bruno altra domanda; ma perche decidere quali serie di giorni da cambiare, non era il ciclo stesso a decidere dove cadevano ?
Bruno
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Re: Calendario ebraico

Messaggio da Bruno »

Provo a spiegartelo secondo quello che ho imparato dai testi da me consultati, che vanno oltre quelli citati.
La serie più comune è quella in cui normalmente il capodanno cade di Lunedì-Martedì-Giovedì-Sabato e si intercambia da sola allorquando viene a mancare un numero di ore vicino alla durata di un giorno. Quando succede è segno che bisogna cambiare serie. Se da Lunedì-Martedì-Giovedì-Sabato la serie normale cambia in domenica-mercoledì-Venerdì è segno che si è accumulata una differenza di quasi un giorno e allora la si ripristina aggiungendo un giorno intero (non c'è altra scelta). Poi al prossimo ciclo torna la serie normale. Si può optare per l'una o per l'altra serie. Niente è dato alla casualità, dipende dai calcoli che fai. Ai tempi biblici, se non mancavano molte ore al Novilunio potevi tenerti la nuova serie, ma con il solo metodo del calcolo non lo puoi fare perché se no ti sballa tutto dopo un tot di anni. Il Calendario ebraico moderno è scritto, quindi fisso, fissato per durare nei secoli, non ha un controllo mensile. Quello biblico aveva un controllo mensile, non si basava solo sui calcoli, ma anche sulle osservazioni astronomiche (quando era sereno) e dei prodotti della terra. Con un controllo continuo di questi due parametri puoi permettere di tenerti la seconda serie perché la tieni sotto controllo. Con il solo calcolo non lo puoi fare perché devi prevedere tutto preventivamente perche funzioni per secoli. Gli ebrei non sapevano quanto sarebbero rimasti senza patria e lo calcolarono per tempi lunghissimi, non però esente da errori perché non è possibile. Più vai avanti negli anni e più ti si accumulano errori.
roberto
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Re: Calendario ebraico

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Sempre dal sito www.Torah.it o trovato questo commento. Ciò che mi lascia perplesso è scritto alla fine della prima pagina, inizio seconda.
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Bruno
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Re: Calendario ebraico

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roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 17:52 Sempre dal sito www.Torah.it o trovato questo commento. Ciò che mi lascia perplesso è scritto alla fine della prima pagina, inizio seconda.
Non scarico mai allegati. Fammi uno screenshot o copiami qui il testo.
roberto
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Re: Calendario ebraico

Messaggio da roberto »

Bruno ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 17:55
roberto ha scritto: domenica 21 maggio 2023, 17:52 Sempre dal sito www.Torah.it o trovato questo commento. Ciò che mi lascia perplesso è scritto alla fine della prima pagina, inizio seconda.
Non scarico mai allegati. Fammi uno screenshot o copiami qui il testo.
Parashat Bò 5758
La prima mizvà e il Tribunale Rabbinico
“E parlò il Signore a Moshè ed Aron nella terra d’Egitto dicendo: Questo mese è per voi il capo dei
mesi, primo esso è per voi tra i mesi dell’anno”. (Esodo XII,1)
Che cos’è la Torà? La domanda non è affatto banale. Fino alla Parashà di questa settimana abbiamo
letto un bel racconto. Bello, a tratti commovente, ma pur sempre una racconto.
Ma la Torà non è un libro di ‘storia’. Commentando il primo verso della Genesi, Rashì apre con una
domanda apparentemente assurda: Perché la Torà comincia dalla Genesi?
E da dove avrebbe dovuto cominciare se non dall’inizio della creazione? Una storia come si deve,
comincia dall’inizio!
Rashì, citando Rabbì Izchak (secondo i più suo padre), sostiene che in realtà la Torà sarebbe dovuta
cominciare dalla Parashà di Bo, e più precisamente dal verso che ho riportato all’inizio.
Perché? E perché allora la Torà comincia dalla Genesi? Lasciamo in sospeso queste domande e
cerchiamo di capire il contesto.
Il verso in questione segue l’annuncio dell’ultima delle piaghe, la morte dei primogeniti. Il testo
aggiunge che Moshè ed Aron avevano fatto tutto quello che il Signore aveva comandato e che
nonostante ciò il Signore aveva indurito il cuore del Faraone e quindi questi non aveva permesso al
popolo di partire. Cioè fin qui, nonostante tutte le nove piaghe precedenti, il popolo sarebbe rimasto
ancora ‘schiavo in terra d’Egitto’.
Praticamente tutti i commentatori sono d’accordo sul fatto che l’uccisione dei primogeniti egiziani,
portata a termine da D-o stesso, è l’elemento determinante per la liberazione di Israele. Con
l’annuncio della piaga definitiva termina il compito di Moshè ed Aron per quanto concerne la
liberazione fisica del popolo ebraico. Dar corso alla piaga è compito di D-o, Egli stesso (e non un
intermediario) porterà Israele fuori dall’Egitto. Tra questi due momenti si inserisce il passo con cui,
secondo Rashì doveva avere inizio della Torà.
Il brano in questione contiene la prima mizvà (comandamento) data al popolo ebraico, ossia il capomese. Al capo-mese vengono poi legate tutte le direttive per la notte in cui D-o avrebbe ucciso ogni
primogenito egiziano che sono la base delle regole della festa di Pesach.
Il popolo d’Israele non può uscire dall’Egitto se prima non entra nella dimensione delle mizvot.
Secondo i Maestri per l’osservanza di questa mizvà il popolo ha meritato di essere redento.
Possiamo allora capire che cosa intende Rashì: la Torà è un libro di Halachà (Legge). Come tale
sarebbe stato logico che iniziasse dalla prima legge. La legge sul tempo. La legge che permette di
stabilire il calendario sul quale si basano poi tutte le altre leggi. Al Bet Din (al Tribunale
Rabbinico), viene assegnato il compito e data l’autorità di stabilire, nell’incertezza
dell’avvistamento della luna nuova, il capo-mese e quindi il calendario. D-o si regola in base al
2
calendario stabilito dal Bet Din di Israele.
Perché allora la Torà comincia dalla Genesi? Rashì dà
una risposta. “Se un giorno verranno da voi le nazioni del mondo dicendo che voi avete rubato la
Terra d’Israele (Rashì lo dice circa nel 1100 EV), potrete aprire la Torà e fargli vedere che D-o ha
creato tutto il mondo e quindi ha il diritto di assegnare la Terra d’Israele al popolo ebraico o a chi
Gli aggrada.”.
La notte di Pesach celebra la nascita del popolo ebraico. Il sacrificio pasquale è la manifestazione
della propria appartenenza al popolo. Il sangue del sacrificio sugli stipiti è la discriminante che
salva il primogenito ebreo rispetto al primogenito egizio. Chi mangia il sacrificio è colui che è nella
casa e che quindi appartiene al nucleo.
Chi appartiene al nucleo? Chi è ebreo secondo le regole. I non ebrei, anche se abitano dentro la
nostra casa e quindi si presume che abbiano dei forti sentimenti nei confronti dell’ebraismo e che si
identifichino nel popolo ebraico, non possono mangiare il sacrificio se non sono formalmente parte
del popolo. Per questa mizvà è INDISPENSABILE la milà. La legge non fa eccezioni. Per nessuno.
Persino i romani dicevano “La legge per quanto dura, è sempre legge”.
Il popolo d’Israele nasce con la promulgazione del suo codice legale. La Torà, ossia l’Halachà, è ciò
che distingue un ebreo da un non ebreo. È la Legge stessa che determina quali sono le regole per
poter diventare ebrei. Diventare ebrei poi, significa essere sottoposti alla Legge. Niente di più e
niente di meno. Non si diventa ebrei perché gli ebrei sono simpatici o perché si ama un ragazzo o
una ragazza ebrea. Si diventa ebrei per osservare una Legge.
Il miglior modo per dimostrare di essere intenzionati ad osservare la Legge è di adeguarsi a ciò che
essa prevede per entrare a far parte del popolo che ad essa è sottoposto.
Chi amministra queste regole è il Tribunale. La prima mizvà che troviamo nella Torà e l’autorità
che D-o dà al Tribunale di decidere sull’incerto avvistamento della luna nuova e quindi di
amministrare il calendario e con esso la Legge.
Nel Talmud è ricordato che quando gli angeli si presentarono da D-o per avere le date delle
Solennità Egli rispose: “Andate a vedere che cosa ha stabilito il Tribunale di Israele, Io mi adeguo
alle sue decisioni.”
Se si vuole far parte del popolo d’Israele la regola numero uno è aver rispetto per il Tribunale
Rabbinico. Se D-o stesso si adegua alle sue decisioni, possiamo farlo anche noi.
Shabbat Shalom,
Jonathan Pacifici
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