Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

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Gianni
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

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.בְּתֹוכָם È possibile, Noiman, tradurre “in mezzo a loro”?
Il travisamento potrebbe essere imputato alla LXX che tradusse ἐν ὑμῖν (en ymìn), “in voi”.
noiman
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da noiman »

בְּתֹוכָם È possibile, Noiman, tradurre “in mezzo a loro”?
Il travisamento potrebbe essere imputato alla LXX che tradusse ἐν ὑμῖν (en ymìn), “in voi”.


Non solo è possibile, ma anche più giusto, effettivamente l’espressione, we’asu li’miqdash we shakhanti betokham è traducibile “E faranno per me un santuario e io risiederò in mezzo a loro", dove ho preso la traduzione ”E faranno per Mè un santuario ed Io risiederò in essi” ( Shmòt 25/8), da qualche parte , non ho sotto mano la fonte, ma scritta e commentata da Rav Issachar Bar Ilenbury.
בתוכם, o בתוכן , sicuramente fa la differenza, ma di fatto non così grande fra loro o in essi, interessante è che l’ordine è collettivo "e faranno”, tra l’altro ti chiedo : tu lo vedi il waw inversivo?
נוימן

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Gianni
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

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All’inizio del versetto: veàsu, che senza il vav sarebbe un passato. Ho invece un dubbio su veshachantì, in cui mi sembra che il ve sia una congiunzione.
noiman
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da noiman »

All’inizio del versetto: veàsu, che senza il vav sarebbe un passato. Ho invece un dubbio su veshachantì, in cui mi sembra che il ve sia una congiunzione.


Si ! Gianni , il primo ועשו we’asù con la שׂ, c'è una l’inversione temporale del verbo, un passato che diventa futuro, per ושכנתי, bisogna considerare che dimorerò è improprio , il verbo deriva da שכנ, la sua radice, שכן significa oltre dimorare , anche essere vicino, prossimo, tuttavia il waw inversivo può coincidere con la congiunzione, e cambia ancora la temporalità.
Ho trovato una metà della fonte citata: “Non ha detto in esso, ma in “essi, per insegnare che la presenza Divina non risiede nel santuario a causa del santuario, ma al contrario a causa di Israele poiché “Essi sono il tempio del Signore”(rav. Issakhar Bar Henburg- Zeidà Laderech).

Una considerazione:
“E faranno per me un santuario(mikdash) ed Io risiederò in essi. Secondo tutto quanto Io ti mostro, il progetto della residenza(miskan) ed il progetto di tutti i suoi oggetti, e così farete” (Shmòt 25/8).

Nello stesso verso il “luogo” è chiamato in due modi differenti, anche l’affermazione “risiederò in essi” , è di approfondimento, dunque è scritto in mezzo a loro, non nel santuario, forse D-o sa che il popolo sarà in esilio e il Santuario sarà distrutto, allora diventa importante la “ residenza”, in mezzo a loro, significa ovunque ci sarà un discendente e questo può avvenire solo attraverso la Torah che è il suo Nome.
Questo sarà il mio proseguo in questa discussione.
Noiman


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Gianni
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da Gianni »

Bene, Noiman. :-)
noiman
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da noiman »

Prima di proseguire mi sono letto tutta la discussione, ho estratto qualche intervento che va ricordato.
Scriveva Daniele A. il 30 dicembre 2023
Esodo 31.3 - “E l'ho ripieno dello Spirito di Dio, in industria, e in ingegno, e in sapere, e in ogni artificio”;
Riflessione: Quella persona particolare che è davvero in grado di sorprenderci con le sue opere.
Riflessione: Queste persone specifiche sono veramente capaci, grazie alle loro abilità innate e alla dedizione allo studio, di realizzare opere pubbliche.(31 dicembre 2023)
Gualtiero 30 dicembre 2024
Tradurre "רוח/ruach" con spirito, è una forzatura religiosa. La ruach ebraica indica il vento, più precisamente il movimento orizzontale dell'aria rispetto alla terra, un vento che può essere leggero o impetuoso. Quindi "ruach=aria in movimento" per somiglianza anche il respiro. Gn. 1,2 dovrebbe essere tradotto: "e il vento di Elohim fluttuava sopra la faccia delle acque"
Daniele , il 31 dicembre
Per questo motivo io credo che l’Autore che ha concepito questa frase con la parola “Spirito di Dio” intende in generale “Capacità Determinante” e dal punto di vista Umano “Intelletto Determinante”.
Luigi il 31 dicembre 2023
posso capirlo, per te che fa testo solo l'Antico Patto,
ma ti faccio notare che l'Iddio che si è manifestato ad Israele in tutto il suo tragitto, non è Il Padre, proprio perchè ,il Suo proprio Figlio "Yeshuà", riguardo al Padre, ha affermato alla classe sacerdotale del tempo:
Gv. 5, 37....voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto,
Daniele A 31 dicembre 2023
Non credo che chi concepì il Pentateuco si rivolge solo agli ebrei e tanto meno era ebreo.
Luigi 31 dicembre 2023
Gianni, la scrittura non cita a caso; non cita tanto per dire,
che La Roccia che seguiva gli ebrei e che gli diede da bere era
Il Cristo.
A parte Gualtiero, che pone la sua conclusione in modo costruttivo e coerente con quanto ha scritto precedentemente, il resto oltre non essere per nulla studio e ricerca distrae chi è interessato veramente, si è trattato di fantasie senza nessuna base scritturale, il resto è anche inquinato da atteggiamenti fideistici al confine con la prepotenza, con qualche fatica stiamo contenendo i danni e poiché abbiamo introdotto questa discussione come “metodo di analisi biblica” , bisogna continuare su questo senza deragliare….
Cosa ne pensate?
Noiman
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Gianni
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da Gianni »

Pienamente d'accordo, Noiman.
noiman
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da noiman »

Gianni ti ringrazio, non avendo ricevuto altri commenti possiamo proseguire.

Avevo concluso la prima parte con la domanda:
Si incontrano le due dimensioni?

Commenta Adin Steinsaltz z.l.
“Il Santo dei Santi è un luogo situato nel nostro mondo e negli altri mondi al tempo stesso. In quanto tale è un luogo sottoposto alle leggi del tempo e dello spazio.” ( (La rosa dei tredici petali di Adin Steinsaltz).

Il problema sta nel tempo ! dove è il punto di contatto tra l’eternità e la temporalità, io penso che per D-o non vi è nessuna differenza tra il passato e futuro dal momento che la sua conoscenza è fuori dal tempo.

Stavamo parlando di Ruàch e di Spirito

Il libro di Shmòt si conclude con l’ultimo capitolo chiamato Pequdè, letteralmente il “computo”, un elenco di tutte le parti costruttive del Mishkàn e le fasi della sua costruzione, la descrizione per la realizzazione del tabernacolo impegna un grande numero di parole e di spazio, 13 capitoli interi del libro di Shmòt e altri particolari li possiamo anche leggere in Wayqrà e in Bemidbar, oltre dieci volte la lunghezza del primo capitolo di Bereshit.
Non tutti sanno che esiste una analogia tra il primo capitolo del libro della Genesi e il libro dell'Esodo, nel primo capitolo di Bereshit è narrata una azione progressiva di riempimento da parte di D-o dello spazio lasciato libero dalla sua contrazione, forse Gualtiero potrebbe essere d’accordo con la definizione , che il “nulla”, potrebbe essere uno spazio reso disponibile dalla contrazione divina per consentire alle cose di esistere , una esistenza resa possibile nella potenzialità di colui che disegna e distingue le forme, poi nello spazio e nel tempo, un atto di generosità di questo fantastico iperamico magico, contraddicendo quello che scriveva Andre Frossard : “D-o non conta mai oltre l’uno “.


Due sistemi uno macro e l’altro micro in cui i modelli sono rappresentati simbolicamente, per costruire quello terrestre occorrevano le istruzioni, nessun uomo poteva costruirlo fedelmente secondo il “principio del Palazzo”, “Abbi cura di fare secondo i modelli che ti furono indicati sul monte” (Shemòt 25/40).

Per fare tutto questo fu scelto Bezalel , Chi era Bezalel ? Un discendente di Chur, il midrash afferma che questo uomo era un profondo conoscitore delle lettere dell’alfabeto ebraico, il suo nome בצלאל ,nell’ombra di D-o.

"Il Signore parlò a Mosè e gli disse: Vedi, ho chiamato per nome Bezaleel, figlio di Uri, figlio di Cur, della tribù di Giuda. L'ho riempito dello Spirito di Dio perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, per concepire progetti e realizzarli in oro, argento e rame, per intagliare le pietre da incastonare, per scolpire il legno e compiere ogni sorta di lavoro. Ed ecco gli ho dato per compagno Ooliab, figlio di Achisamach, della tribù di Dan. Inoltre nel cuore di ogni artista ho infuso saggezza, perché possano eseguire quanto ti ho ordinato: la tenda del convegno, l'arca della Testimonianza, il coperchio sopra di essa e tutti gli accessori della tenda; la tavola con i suoi accessori, il candelabro puro con i suoi accessori, l'altare dei profumi e l'altare degli olocausti con i suoi accessori, la conca con il suo piedistallo, le vesti ornamentali, le vesti sacre del sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio; l'olio dell'unzione e il profumo degli aromi per il santuario. Essi eseguiranno ogni cosa secondo quanto ti ho ordinato" (Shmòt-Ki Tissà ) 31/1-11).

“L’ho riempito di spirito divino רוח אלהים “ Ruàch Elohim”[letteralmente dello spirito di Elohim], perché abbia saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro, בחכמה ובתבונה ובדעת “ chokhmàh, binàh uveda’at, :” per abilità- ( chokhmah) , ciò che una persona ha appreso da altri ed ha imparato, per Intuizione( Binah) , ciò che uno intuisce personalmente per deduzione, dopo aver studiato; Assennatezza ( Da’at), per sacra ispirazione” che è l’insieme delle tre .
Rabbì Ovadia Sforno , commenta:”L’Arca che era il più particolare tra tutti gli oggetti è stata fatta da Bezazel, che era il più grande di tutti, come hanno detto “Bezalel sapeva comporre le lettere con quali furono creati il Cielo e la Terra”(Trattato delle Berakhòt 55a).

Quindi ritroviamo רוח אלהים , ruàch Elohim non solo come vento, aria o movimento, ma un vero e proprio attributo divino, emanazione di Elohim.

Se esaminiamo la sequenza degli atti creativi descritti nel primo capitolo di Bereshit , non possiamo non notare la temporalità di una azione progressiva, nel primo giorno D-o stese i cieli come una cortina (Tehilim104/2), in Shmòt parallelamente leggiamo che si fece una cortina con le pelli di capra (Shmòt 26/7), nel secondo giorno furono separate le acque inferiori da quelle superiori e troviamo scritto “La tenda costituirà una separazione per voi fra il Santo e il Santissimo”(Shmòt 26/33), nel terzo giorno furono radunate le acque , “Farai una conca di rame”(30/18), nel quarto giorno D-o creò i grandi luminari , “farai un candelabro” (25/31).
Nel quinto giorno D-o crea gli uccelli , leggiamo “ I Keruvim stendevano le ali verso l’alto”(35/20), nel sesto giorno fu creato l’uomo a immagine e somiglianza divina , in Shmòt il Cohen Gadol a servizio di H.
Nel settimo giorno furono terminati il cielo e la terra, in Shmòt leggiamo: “Terminò tutta la melakhàh ” , nel libro di Bereshit alla fine del sesto giorno D-o benedice la sua opera, il Mishkàn ricevette una speciale benedizione da parte di Moshè.
Il termine che si riferisce alla costruzione del Mishkàn è “Avodàh” “lavoro”(36/5), ma quando Moshè supervisiona tutta l’opera leggiamo: “Moshè esaminò tutta la Melakhàh" e vide che avevano eseguito precisamente secondo quanto H. aveva ordinato” , questa sottigliezza sfugge alle traduzioni che riportano esclusivamente il termine “lavoro”, Keli Yekar si pone la domanda: perché l’opera del Mishkàn è chiamata “avodàh e poi melakhàh ?

Ramban spiega che Melakhàh si riferisce all’opera nel suo insieme , avodàh è il lavoro nelle sue parti , riferito ai keli , gli utensili , gli arredi e tutti gli altri particolari, la Melakhàh è solo l’opera completa , questo scandire i giorni e la costruzione del miskan trovano un’altra importante connessione con il libro di Bereshit, D-o ricorda la sua opera creativa alla fine di ciascun giorno con l’affermazione “era cosa buona”, un giudizio positivo delle singole creazioni intese come singolarità , non rivelano la completezza dell’opera come era nel progetto originale, ogni giorno creativo corrisponde a “avodàh” , solo al sesto giorno all’entrata dello shabbat leggiamo “ E vide tutto quello che aveva fatto, ecco era molto buono” , Norman Lamm delinea la differenza tra “tov” e “tov meod” , tov rappresenta il funzionamento al di sotto della capacità massima , la possibilità di interagire con altri elementi , il mondo è un sistema interdipendente e non di semplice conglomerazione , le parti indipendenti operano e si manifestano nel livello del ”tov”, solo se si realizza una coordinazione sinergica di tutti gli elementi, allora possiamo definire il sistema “tov meòd”.

Gaja non è forse l’esempio di autoregolazione e di comportamento coerente destinato al mantenimento degli equilibri che regolano la vita terrestre , non avete mai sentito parlare del principio antropico forte.
Noiman


animasalvata
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da animasalvata »

Buongiorno consideriamo Isaia 40,13 un passo dove si menziona reach YHWH

מִֽי־תִכֵּ֥ן אֶת־ר֖וּחַ יְהֹוָ֑ה וְאִ֖ישׁ עֲצָת֥וֹ יוֹדִיעֶֽנּוּ

Traduzione giusta dell'intero versetto? In particolare תִכֵּ֥ן?

Grazie.
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Gianni
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Re: Che cos’è lo spirito santo? (Metodo di analisi biblica)

Messaggio da Gianni »

“Chi stimò [lo] spirito [di] Yhvh e [quale] uomo [del] suo consiglio [lo] fece conoscere [a] Lui?”.
Tikèn (תִכֵּ֥ן) = “stimò”.
“Chi ha guidato lo spirito del Signore e gli ha suggerito quel che deve fare?”. – TILC.
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