A Sua immagine
Re: A Sua immagine
Nelle poesie ci sono versi e rime, il contenuto può essere più o meno struggente, definizione impropria perché non è un valore assoluto e dipende dalla capacità di percezione del singolo, come ho detto non mi sono mai preoccupato di studiare la poesia ebraica, ma certamente so che esiste moderna e antica, l’unica cosa che posso affermare che la Torah e tutti gli altri testi del Tanak quando vengono letti in pubblico vengono letteralmente cantati come se fossero scritti sotto uno spartito musicale, ma lo spartito è nel testo stesso composto da molti segni omessi o meno insieme alle vocali consentono di intonare una vera e propria cantica che secondo le diverse tradizioni può cambiare di parecchio, in molte parti del testo biblico esistono delle rime ricercate con cura che perdono completamente significato nelle traduzioni,anche la preghiera è molto simile a una forma di canto e per certi aspetti può sembrare esagerata nei toni e nelle manifestazioni del corpo che a volte si agita, si contorce e questo sconvolge i tajarim quando vanno al kotel , nelle case di preghiera questo appare più contenuto perchè si segue una tradizione secolare che riguarda le intonazioni sia del testo biblico sia delle preghiere aggiunte.
Un capolavoro della tradizione del canto la si ritrova sicuramente nei Salmi che furono costruiti in parallelo alla musicalità, il libro di Tehillim è una raccolta di 150 componimenti poetici e per chi li recitava e cantava volevano esprimere sentimenti di dolore, speranza, fiducia in D-o , è quasi sempre l’uomo che parla e tutte espressioni dell’uomo sono rivolte oltre che agli astanti anche a un D-o che si pensa che ascolti, ecco perchè il sistema di cantillazione è sostanzialmente diverso da quello di altre parti dei Ketuvim, i salmi attribuiti direttamente a David sono adatti al singolo e alla collettività, la tradizione talmudica ne ha lungamente discusso nel trattato di Pesachim.
Il sefer Theillim , già da nome presenta una prima anomalia perché “Theillàh” “lode” dovrebbe essere riportato al plurale come “tehillòt” , termine che è stato utilizzato da Ibn Ezra e da Ramban, ma poi si è adattato alla forma plurale maschile.
Una curiosità, i salmi sono divisi in cinque libri, non uniformi nella lunghezza e neanche nei contenuti, quasi a volersi ricollegare con i cinque libri della Torah, la tradizione indica come compositore David almeno per il primo libro, altri autori sono menzionati per il secondo libro, nel terzo libro compare una volta David come autore , anonimi rimangono i compositori degli altri libri , ma si ritiene che in molti salmi all’inizio appaia il nome dell’autore o chi era di solito a salmodiarlo.
La numerazione di Tehillim è diversa tra ebrei e cristiani che ne contano uno in meno.
Mizmor indica il canto accompagnato da strumenti musicali , il termine shir, compare da solo una sola volta e altre volte e affiancato a mizmor forse a indicare un canto accompagnato da strumenti musicali, appare anche la parola shiràh al femminile nel salmo 18 e potrebbe indicare una cantica lunga.
Un altro termine di dubbia origine è mikhtam, è possibile che derivi da ketem “oro”, o da katam , “pulire nascondere”, 13 salmi si intitolano maskil ovvero poesia dotta con possibile derivazione da sekhel , una radice araba con significato di “canto”, altri termini semisconosciuti appaiono qua e la , come shigajon (salmo 7) sembra essere stato uno strumento musicale, all’inizio di cinque salmi compare la parola Tefillàh , 14 salmi sono chiamati shir ha-ma’alot, mentre il salmo 121 porta il nome di shir la ma’alot , altri che iniziano con mizmor shir leyom ha-shabbat, indicano in quale occasione venivano recitati.
Una curiosità 54 salmi si aprono con la parola lamnatzeach , tradotto come direttore del coro ma menatzeach era anche colui che componeva la musica, nel quinto salmo si parla di nekhilot, strumento ignoto ritenuto simile al flauto, lo seminì era probabilmente un ‘arpa a otto corde o un coro a otto voci , oppure un pezzo destinato al canto in una ottava bassa, ma c’era anche ‘alamòt forse destinato a essere cantato in ottava alta da un soprano o un coro di bambini, poi è menzionato il ghitit uno strumento in uso a Gath, un canto simile a quello dei vignaioli, Ashrè, beato è sempre al plurale.
Il libro dei Salmi composto da David si apre con la lettera א, mentre il libro di Mishlè composto da suo figlio Shelomò si apre con la lettera מ, la alef prima lettera dell’alfabeto e la mem lettera mediana e qui si potrebbe aprire una spiegazione intrigante .
Il primo salmo si apre con אשרי האיש אשר לא הלך בעצת רשעים ובדרך “Beato l’uomo con non va per la strada del consiglio dei malvagi” in una certa affinità con quanto Moshè scrisse in Dvarim
אשריך ישראל מי כמוך עם נישא ביהוה
”Beato tu Israel, chi è come te popolo che fu salvato da Y***.
Questo che vi ho scritto non risponde pienamente a quanto Gianni richiedeva, ma per fornire approfondimenti dovrei essere a casa e disporre di altro materiale, per quello che vi ho scritto mi sono ispirato e riportato molto riassumendo uno studio di Ariel Di Porto, una derashà su Tehilim di qualche anno fa.
Noiman
Un capolavoro della tradizione del canto la si ritrova sicuramente nei Salmi che furono costruiti in parallelo alla musicalità, il libro di Tehillim è una raccolta di 150 componimenti poetici e per chi li recitava e cantava volevano esprimere sentimenti di dolore, speranza, fiducia in D-o , è quasi sempre l’uomo che parla e tutte espressioni dell’uomo sono rivolte oltre che agli astanti anche a un D-o che si pensa che ascolti, ecco perchè il sistema di cantillazione è sostanzialmente diverso da quello di altre parti dei Ketuvim, i salmi attribuiti direttamente a David sono adatti al singolo e alla collettività, la tradizione talmudica ne ha lungamente discusso nel trattato di Pesachim.
Il sefer Theillim , già da nome presenta una prima anomalia perché “Theillàh” “lode” dovrebbe essere riportato al plurale come “tehillòt” , termine che è stato utilizzato da Ibn Ezra e da Ramban, ma poi si è adattato alla forma plurale maschile.
Una curiosità, i salmi sono divisi in cinque libri, non uniformi nella lunghezza e neanche nei contenuti, quasi a volersi ricollegare con i cinque libri della Torah, la tradizione indica come compositore David almeno per il primo libro, altri autori sono menzionati per il secondo libro, nel terzo libro compare una volta David come autore , anonimi rimangono i compositori degli altri libri , ma si ritiene che in molti salmi all’inizio appaia il nome dell’autore o chi era di solito a salmodiarlo.
La numerazione di Tehillim è diversa tra ebrei e cristiani che ne contano uno in meno.
Mizmor indica il canto accompagnato da strumenti musicali , il termine shir, compare da solo una sola volta e altre volte e affiancato a mizmor forse a indicare un canto accompagnato da strumenti musicali, appare anche la parola shiràh al femminile nel salmo 18 e potrebbe indicare una cantica lunga.
Un altro termine di dubbia origine è mikhtam, è possibile che derivi da ketem “oro”, o da katam , “pulire nascondere”, 13 salmi si intitolano maskil ovvero poesia dotta con possibile derivazione da sekhel , una radice araba con significato di “canto”, altri termini semisconosciuti appaiono qua e la , come shigajon (salmo 7) sembra essere stato uno strumento musicale, all’inizio di cinque salmi compare la parola Tefillàh , 14 salmi sono chiamati shir ha-ma’alot, mentre il salmo 121 porta il nome di shir la ma’alot , altri che iniziano con mizmor shir leyom ha-shabbat, indicano in quale occasione venivano recitati.
Una curiosità 54 salmi si aprono con la parola lamnatzeach , tradotto come direttore del coro ma menatzeach era anche colui che componeva la musica, nel quinto salmo si parla di nekhilot, strumento ignoto ritenuto simile al flauto, lo seminì era probabilmente un ‘arpa a otto corde o un coro a otto voci , oppure un pezzo destinato al canto in una ottava bassa, ma c’era anche ‘alamòt forse destinato a essere cantato in ottava alta da un soprano o un coro di bambini, poi è menzionato il ghitit uno strumento in uso a Gath, un canto simile a quello dei vignaioli, Ashrè, beato è sempre al plurale.
Il libro dei Salmi composto da David si apre con la lettera א, mentre il libro di Mishlè composto da suo figlio Shelomò si apre con la lettera מ, la alef prima lettera dell’alfabeto e la mem lettera mediana e qui si potrebbe aprire una spiegazione intrigante .
Il primo salmo si apre con אשרי האיש אשר לא הלך בעצת רשעים ובדרך “Beato l’uomo con non va per la strada del consiglio dei malvagi” in una certa affinità con quanto Moshè scrisse in Dvarim
אשריך ישראל מי כמוך עם נישא ביהוה
”Beato tu Israel, chi è come te popolo che fu salvato da Y***.
Questo che vi ho scritto non risponde pienamente a quanto Gianni richiedeva, ma per fornire approfondimenti dovrei essere a casa e disporre di altro materiale, per quello che vi ho scritto mi sono ispirato e riportato molto riassumendo uno studio di Ariel Di Porto, una derashà su Tehilim di qualche anno fa.
Noiman
- Gianni
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Re: A Sua immagine
Grazie, Noiman!
Proseguiamo.
L’elemento base della poesia biblica è lo stico, risultante da due (raramente tre) elementi detti emistichi (metà stico), che di solito presentano un pensiero a sé stante. Talora alcuni di questi stichi si riuniscono in modo da costituire una strofa. Lo stico è, grossomodo, un verso.
Nella poesia ebraica si individuano tre caratteristiche:
1. La concatenazione logica del pensiero;
2. Particolari artifici stilistici;
3. L’uso ad intervalli del vocabolo sèlah nei Salmi.
La poesia della Bibbia non ha strofe o stanze fissate in un determinato numero di versi (tipo terzina od ottava), per cui si può parlare di strofe solo in senso largo: si tratta di un raggruppamento più o meno regolare di stichi tra loro intimamente connessi da una certa unità interna di pensiero.
Il Sl 2, che si può suddividere in quattro strofe:
1a strofa (vv. 1-3); pensiero: Le nazioni contro Dio e il suo consacrato.
2a strofa (vv. 4-6); pensiero: Reazione di Dio.
3a strofa (vv. 7-9); pensiero: Comportamento del consacrato.
4a strofa (vv. 10-12); pensiero: Invito a ubbidire.
Proseguiamo.
L’elemento base della poesia biblica è lo stico, risultante da due (raramente tre) elementi detti emistichi (metà stico), che di solito presentano un pensiero a sé stante. Talora alcuni di questi stichi si riuniscono in modo da costituire una strofa. Lo stico è, grossomodo, un verso.
Nella poesia ebraica si individuano tre caratteristiche:
1. La concatenazione logica del pensiero;
2. Particolari artifici stilistici;
3. L’uso ad intervalli del vocabolo sèlah nei Salmi.
La poesia della Bibbia non ha strofe o stanze fissate in un determinato numero di versi (tipo terzina od ottava), per cui si può parlare di strofe solo in senso largo: si tratta di un raggruppamento più o meno regolare di stichi tra loro intimamente connessi da una certa unità interna di pensiero.
Il Sl 2, che si può suddividere in quattro strofe:
1a strofa (vv. 1-3); pensiero: Le nazioni contro Dio e il suo consacrato.
2a strofa (vv. 4-6); pensiero: Reazione di Dio.
3a strofa (vv. 7-9); pensiero: Comportamento del consacrato.
4a strofa (vv. 10-12); pensiero: Invito a ubbidire.
Re: A Sua immagine
Grazie Noiman è bello leggerti e sei anche molto divertente mi fai ridere nei tuoi racconti spesso guardo jim tv e' in particolare mi piace lo studio del tanya e ovviamente grazie Gianni
- Maria Grazia Lazzara
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Re: A Sua immagine
Ringrazio anch'io Gianni e Noiman, che accrescono il nostro sapere
Sono assolutamente d'accordo come dice Noiman che é soggettivo il sentimento che trasmette una poesia e l'intensità forse cambia sé la legge una donna o un uomo io aggiungo.
Ora voglio citarvi ciò che per me è poesia
Lamentazioni 1: 1,2
Oh , come siede solitaria la città
che abbonda di popolo
Com'è divenuta simile a una vedova
Colei che era popolosa fra le nazioni
Com'è divenuta per i lavori forzati, colei
colei che era una principessa fra
I distretti giurisdizionali
Piange dirottamente durante la notte e
le sue lacrime sono sulle sue guance.
Non ha nessuno che la conforti di fra
Tutti i suoi amanti
La Poesia quando è Poesia ha un linguaggio internazionale.
È quì c'è poesia allo stato puro
2 Samuele 1:19
La bellezza, O Israele giace uccisa
sui tuoi alti luoghi
Come sono caduti gli uomini potenti
Non annunciatelo ....... affinché non si
rallegrino le figlie degli incirconcisi .
e poi al verso 26
" Sono angustiato per te fratello mio
Gionatan
Mi eri molto piacevole
Il tuo amore era per me più
meraviglioso dell'amore delle donne
Le espressioni
La bellezza, o Israele
Figlie degli incirconcisi
Sui tuoi alti luoghi
a mio parere per esempio li trovo più letterali e più originali
Sono assolutamente d'accordo come dice Noiman che é soggettivo il sentimento che trasmette una poesia e l'intensità forse cambia sé la legge una donna o un uomo io aggiungo.
Ora voglio citarvi ciò che per me è poesia
Lamentazioni 1: 1,2
Oh , come siede solitaria la città
che abbonda di popolo
Com'è divenuta simile a una vedova
Colei che era popolosa fra le nazioni
Com'è divenuta per i lavori forzati, colei
colei che era una principessa fra
I distretti giurisdizionali
Piange dirottamente durante la notte e
le sue lacrime sono sulle sue guance.
Non ha nessuno che la conforti di fra
Tutti i suoi amanti
La Poesia quando è Poesia ha un linguaggio internazionale.
È quì c'è poesia allo stato puro
2 Samuele 1:19
La bellezza, O Israele giace uccisa
sui tuoi alti luoghi
Come sono caduti gli uomini potenti
Non annunciatelo ....... affinché non si
rallegrino le figlie degli incirconcisi .
e poi al verso 26
" Sono angustiato per te fratello mio
Gionatan
Mi eri molto piacevole
Il tuo amore era per me più
meraviglioso dell'amore delle donne
Le espressioni
La bellezza, o Israele
Figlie degli incirconcisi
Sui tuoi alti luoghi
a mio parere per esempio li trovo più letterali e più originali
- Maria Grazia Lazzara
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- Iscritto il: sabato 1 ottobre 2022, 5:38
Re: A Sua immagine
Gianni mi dice: hai colto nel segno
Cioè?
Leggo Genesi 49 : Giacobbe raduna i suoi figli e con espressioni di può dire poetiche? Che difficilmente in simili circostanze ci si esprimerebbe così dà addirittura informazioni future.
Trattasi in questo caso di cosa ?
Non vorrei confondere adesso.
- Gianni
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Re: A Sua immagine
Intendevo dire che se la poesia biblica ti sembra strana, hai colto nel segno. Strana per noi occidentali. Per capirla occorre conoscerne le caratteristiche.
- Maria Grazia Lazzara
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Re: A Sua immagine
Come possiamo definire il linguaggio usato in Genesi 49 ?
Capisco che non è un canto
Ma il linguaggio come intenderlo ?
Capisco che non è un canto
Ma il linguaggio come intenderlo ?
- Gianni
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Re: A Sua immagine
Lascio la risposta a Noiman ...
- Gianni
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Re: A Sua immagine
Continuando a parlare di poesia biblica ebraica, vediamo ora i suoi artefici.
Il ritornello
Il ritornello ricorre ad intervalli più o meno regolari. In Sl 42 e 43 (che narrano il sospiro dell’esule ebreo in terra nemica), ricorre in 42:5,11;43:5. Qui il ritornello è:
“Perché ti abbatti, anima mia?
Perché ti agiti in me?
Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora;
egli è il mio salvatore e il mio Dio”.
In Sl 46 il ritornello è ai vv. 7 e 11 e ricorre come intercalare:
“Il Signore degli eserciti è con noi,
il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio”.
In Sl 49 si ripete ai vv. 12 e 20 il seguente ritornello:
“Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura;
egli è simile alle bestie che periscono”.
In Sl 59 si legge ai vv. 9 e 17 il ritornello:
“O mia forza, a te mi rivolgerò,
perché Dio è il mio rifugio”.
In Sl 80 il ritornello è ai vv. 3, 7 e 19:
“O Dio, ristoraci,
fa' risplendere il tuo volto e saremo salvi”.
L’acrostico
Si tratta di un sistema per cui alcuni stichi o versi iniziano tutti con la stessa lettera. Così, ad esempio, nel Sl 119 i primi otto stichi iniziano tutti con la prima lettera dell’alfabeto ebraico (א, àlef, che non ha suono equivalente in italiano); gli otto seguenti con la seconda lettera (ב, bet, equivalente alla nostra “b”); e così via per tutte le lettere dell’alfabeto. Si tratta di un sistema usato di rado.
Alla prossima!
Il ritornello
Il ritornello ricorre ad intervalli più o meno regolari. In Sl 42 e 43 (che narrano il sospiro dell’esule ebreo in terra nemica), ricorre in 42:5,11;43:5. Qui il ritornello è:
“Perché ti abbatti, anima mia?
Perché ti agiti in me?
Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora;
egli è il mio salvatore e il mio Dio”.
In Sl 46 il ritornello è ai vv. 7 e 11 e ricorre come intercalare:
“Il Signore degli eserciti è con noi,
il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio”.
In Sl 49 si ripete ai vv. 12 e 20 il seguente ritornello:
“Ma anche tenuto in grande onore, l'uomo non dura;
egli è simile alle bestie che periscono”.
In Sl 59 si legge ai vv. 9 e 17 il ritornello:
“O mia forza, a te mi rivolgerò,
perché Dio è il mio rifugio”.
In Sl 80 il ritornello è ai vv. 3, 7 e 19:
“O Dio, ristoraci,
fa' risplendere il tuo volto e saremo salvi”.
L’acrostico
Si tratta di un sistema per cui alcuni stichi o versi iniziano tutti con la stessa lettera. Così, ad esempio, nel Sl 119 i primi otto stichi iniziano tutti con la prima lettera dell’alfabeto ebraico (א, àlef, che non ha suono equivalente in italiano); gli otto seguenti con la seconda lettera (ב, bet, equivalente alla nostra “b”); e così via per tutte le lettere dell’alfabeto. Si tratta di un sistema usato di rado.
Alla prossima!